Lo stile italiano all’Onu: ecco il lato buono della moda

New YorkLa moda italiana all’Onu per parlare di sogni e bisogni della gente. È la notizia del giorno ai piedi delle passerelle di New York dove sono in corso le sfilate per il prossimo inverno. Renzo Rosso ha parlato per quasi due ore alle Nazioni Unite alla vigilia della bella sfilata di Diesel Black Gold, linea ammiraglia e sempre più fashion di un impero mondiale fondato sul jeans nel nostro Nordest.
Poi Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia nominata lo scorso anno ambasciatrice di Buona Volontà ha presentato il suo progetto per F4D (Fashion For Developments) la piattaforma globale che sostiene le iniziative della United Nation Millennium Developments Goals. «Il binomio Nazioni Unite-Moda Italiana si è rivelato un potente mezzo per mettere il nostro Paese in prima linea nel raggiungere gli obiettivi desiderati» ha detto Cesare Maria Ragaglini, ambasciatore dell'Italia all'ONU.
Così Rosso oltre a spiegare la storia dell'azienda ha raccontato il suo impegno nel sociale. «In meno di tre anni - dichiara - ho investito 12 milioni di Euro con la fondazione OTB (Only The Brave, nome della holding del Gruppo Diesel, n.d.r.) creata per migliorare le condizioni di vita nel mondo. Il dieci per cento di questa cifra è destinato all'Italia, il resto va in Mali dove stiamo costruendo un villaggio per 20 mila persone con tutte le infrastrutture necessarie».
Del resto il 75 per cento della popolazione africana è sotto i 25 anni e ai giovani di testa se non d'età è dedicata la moda di Diesel Black Gold con capi in pelle pitturata a mano, strizzata e quindi cotta al forma sull'insolito ensamble di boxer e camicie maschili: l'ideale per vestire donne dalla forte personalità come Noomi Rapace oppure Rooney Mara, le due attrici che negli ultimi tempi hanno dato vita sul grande schermo a Lisbeth Salander, la protagonista della Millennium Trilogy di Stieg Larsson.
Anche nell’impeccabile collezione Philosophy di Alberta Ferretti ci sono molti riferimenti a un personaggio cinematografico: l'indimenticabile Irene Cassini interpretata da Uma Thurman nel film di fantascienza Gattaca. Ma l'adorabile stilista italiana fa di più: pensa alle ricercatrici che nei laboratori cercano d'inventare un mondo migliore. Da qui l'idea di una moda sperimentale che unisce ragione e sentimento nella straordinaria esecuzione di ricami luccicanti sottovuoto nel PVC come nei tagli sartoriali dei magnifici tubini anatomici in maglina di seta laccata.
Certo prima di portare il glamour nei laboratori bisognerebbe forse portare stipendi decenti, ma ha ragione la Ferretti quando dice: «Sogno nuove possibilità». Michael Kors, il più simpatico degli stilisti americani, pensa invece a una coppia simbolo del cinema negli anni Trenta (Carole Lombard e Clark Gable) e al loro equivalente sul fronte dello chic sportivo rappresentato negli anni Novanta da Carolyn Besset e John John Kennedy.
Il risultato è una moda «cosy» ovvero confortevole, ma sempre lussuosa. «Con questa "coperta" si possono fare tante cose tra cui uscire sotto la neve di Gstaad o di Cortina» dice davanti a una sublime pelliccia in volpe tricottata indossata su un minuscolo completino di short e pullover in cashmere.


Tra tubini in merletto di mohair, cappotti a tre quarti con scacchi rossi e neri, giacche senza maniche ed evanescenti vestiti di pizzo Chantilly si compone un'immagine solida e al tempo stesso insolita per affrontare il grande freddo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica