Stop alle proroghe: a luglio Euro 4 fuori Ecopass

I veicoli con motore diesel ora "tollerati" potranno entrare gratis solo installando il filtro antiparticolato. Sono circa 270mila. Molti dubbi e problemi. Dal 1 luglio dovranno provvedere all’installazione del filtro "contribuendo così a ridurre le emissioni allo scarico di Pm10 in misura significativa, oltre il 50 per cento" annota Edoardo Croci

Ci sono 270mila automobilisti che possono scordarsi altre proroghe. Avvertenza dedicata agli altrettanti proprietari di veicoli diesel Euro 4 senza filtro antiparticolato che circolano a Milano e in provincia. Automobilisti che possono accedere nell’area Ecopass senza versare un cents esclusivamente sino al 30 giugno.
Sì, dal 1 luglio dovranno provvedere all’installazione del filtro «contribuendo così a ridurre le emissioni allo scarico di Pm10 in misura significativa, oltre il 50 per cento» annota Edoardo Croci. Altrimenti? «Saranno inseriti nella classe di inquinamento 4, per la quale è previsto il pagamento di una tariffa base giornaliera di cinque euro». E, tra l’altro, segnala l’assessore alla Mobilità del comune di Milano, i veicoli diesel euro 4 «a seconda del filtro installato - ma anche quelli di categorie euro antecedenti - potranno subire un cambio di categoria». Tutto chiaro: alle auto diesel soggette a restrizioni bisogna applicare i dispositivi retrofit.
C’è però un’osservazione: il decreto ministeriale che sblocca le omologazioni dei filtri non ha spazzato via dubbi e perplessità di tutte (o quasi) le case automobilistiche sulla bontà dell’efficacia antinquinamento dei retrofit. Dettaglio che gli studiosi così supportano: il funzionamento ottimale del filtro necessita di gas di scarico a temperatura di 4-600 gradi che sono irraggiungibili nei brevi spostamenti. Come dire: il fap rischia di intasarsi e questo significa ricorrere all’officina con disagi e ancora costi.
Questioni tecnico-ambientali cui s’aggiunto pure quelle di natura burocratica: installare il filtro sulla vettura a gasolio non significa automaticamente evitare i blocchi della circolazione, le delibere non tengono in conto la possibilità che un filtro sia stato montato successivamente. Questioni di non poco peso come il problema burocratico di chi ha già il filtro di serie ma senza che sia riportato sulla carta di circolazione. Che, in soldoni, significa accertarsi del possesso da parte della banda dati dell’Ecopass dell’informazione corretta.
Ma c’è ancora un’ultimo problema: la certezza di installare un filtro sul proprio veicolo - dicono dalle case automobilistiche - non esiste. Avete letto bene: l’omologazione è relativa a determinati motori e quindi a un numero limitato di modelli e, dunque, risponde a logiche di mercato, a input commerciali. E comunque per chi sceglie di dotarsi del fap va messa in preventivo una spesa nell’ordine di almeno 1.500 euro, cui vanno aggiunti almeno 150 euro per le manutenzioni periodiche almeno una volta all’anno.
Che aggiungere? Già oggi, pure sul mercato dell’usato, la disponibilità del filtro è discriminante rispetto all’acquisto ovvero il valore dei veicoli che ne sono sprovvisti tocca anche punte del venti-trenta per cento in meno dell’automobile dotata di fap.

Ulteriore dato che spinge all’installazione del filtro antiparticolato o, in alternativa, all’acquisto di una vettura nuova. Chiaro a tutti il peso sul mercato dei 270 possessori di vetture senza retrofit, che sperano - naturalmente - nella proroga all’italiana, magari sino a ottobre.

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