«Facciamo una cosa, diciamo al tanto democratico, anzi all'interprete e al paladino della democrazia, luomo che si ribella ai bavagli, Michele Santoro, di portare nello studio di Annozero, a cominciare dal prossimo giovedì, un pubblico equamente distribuito: cinquanta per cento di simpatizzanti sinistra, e laltro cinquanta per cento che invece si riconosca nel Popolo della libertà. Sarebbe già un bel passo avanti per consentirgli di smentire la sua proverbiale faziosità».
È passata da poco lora di pranzo quando il sottosegretario Daniela Santanchè (nella foto) lascia cadere, sempre su Raidue, nella conversazione con Monica Setta, sulla scia del Fatto del giorno, la sua proposta di mero buon senso. Neanche il tempo di inoltrarla, che il destinatario, interpellato dalla Setta, senza apparire in video e senza nemmeno una telefonata, respinge con sdegno, per interposta persona quindi, il candido suggerimento. «Niente da fare - manda a dire il Gran Tribuno alla Santanchè - il pubblico di Annozero lo scegliamo noi e rimane così, non si tocca e non si cambia. È il pubblico di questo programma, i partiti stanno fuori dal mio studio».
Davvero un fulgido esempio di equilibrio giornalistico, se si considera che, puntualmente addestrata dai suoi «maestri», la giovane promessa dimparzialità, Giulia Innocenzi, se ne sta proprio tra quel pubblico con il compito di organizzare fischi e lazzi allindirizzo degli ospiti di centrodestra e applausi naturalmente per tutti gli «allineati». In ogni caso la risposta del conduttore innesca la reazione ancora più dura del sottosegretario. «Una volta di più- commenta amaramente Daniela Santanchè - Santoro offre la prova di quanto è fazioso. Non si può predicare la democrazia e poi comportarsi così, evitare sistematicamente il confronto con chi la pensa diversamente da lui».
E il ministro della Difesa Ignazio La Russa, nonchè coordinatore nazionale del Pdl, rincarerà più tardi la dose: «Sorprende che di fronte alla proposta della Santanchè di garantire almeno tra il pubblico un minimo di equilibrio democratico nella trasmissione Annozero, Santoro si sia subito rifiutato di far partecipare tra gli spettatori una metà orientata verso il centrodestra. Scherziamo. Sembra che la par condicio valga solo se può mascherare una assoluta sperequazione e disinformazione di sinistra. Ma spetta a Santoro - si chiede La Russa - decidere anche il pubblico o i vertici Rai hanno qualcosa da dire in proposito?».
Ma è significativo anche un altro amaro commento di Daniela Santanchè: «Daltra parte la trasmissione di giovedì scorso dimostra quanto una televisione, come quella che Santoro interpreta, non sia soltanto faziosa ma sia diseducativa e rappresenti un cattivo esempio per i nostri figli. Parlando come madre una trasmissione che offende, che manda in onda il turpiloquio per fare audience e che insulta le donne e spesso gli ospiti è una tv da cui bisogna sottrarsi». È la sintesi di ciò che è stato proposto avantieri sera dalla combriccola dei santorini, che ha fatto infuriare il direttore del Tg4, Emilio Fede, che ha interrotto il collegamento da Milano, si è strappato il microfono e se ne è andato via indignato gridando «Vergogna, vergogna!».
Curioso che Santoro e soci abbiano conquistato il primato di ascolti avantieri sera pur sparando solo un paio di battute contro il Cavaliere (forse è la prima volta che accade da quando quelli di Annozero sono venuti al mondo) ma la vera verità è che, ancora una volta astutamente, hanno fatto in modo che a fare notizia e polemiche non fossero tanto gli scontatissimi e quindi poco manipolabili risultati della regionali, ma il Grande Intruso di questa tornata elettorale, Beppe Grillo. Luomo che, avendo rastrellato consensi al di sopra di ogni rosea previsione, ha già spaccato il Pd e sta portando una sinistra, già allo sbando, alla resa dei conti.
Che cosa hanno fatto Pinocchietto Travaglio, nel suo pistolotto, e poi Michele lintenditore per tutto il resto della trasmissione? Hanno celebrato lapologia di Grillo, autentico ospite donore della puntata. Assente ma presentissimo grazie agli ampi spazi di dibattito e ai lunghi spezzoni dei suoi truci «comizi» proposti e riproposti dal furbastro regista Santoro.
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