RomaHa fatto un balzo sulla sedia sentendo Gianfranco Fini, in tv, ripetere quello che lei da tempo sostiene sulla cittadinanza agli immigrati. Una materia che a Souad Sbai, 49 anni, origine marocchina, deputata del Pdl, sta a cuore. Al punto da avere presentato un anno fa una proposta di legge alla Camera basata sullo «ius sanguinis» e non sullo «ius soli» come quella che porta il nome del fedelissimo Granata (e del Pd Sarubbi). Poi, ieri, linattesa retromarcia di Fini.
Onorevole Sbai, sorpresa?
«Mi è preso un colpo! Mi chiama lesponente di una comunità di immigrati e mi fa: ma come, la proposta che hai fatto tu la presenta Fini? Sono andata su Sky Tg24 e lho visto snocciolare la proposta di legge da me presentata a novembre 2009 e mai calendarizzata».
Perché questa retromarcia?
«Me lo sono domandato tutto il giorno senza darmi una risposta. Però dico a Fini: se è daccordo con la mia proposta di legge la calendarizzi. Gli immigrati sulla gru a Brescia protestano contro una legge che porta il suo nome, bisogna anche avere il coraggio di cambiare veramente le cose. Altrimenti...».
Altrimenti?
«Altrimenti viene il sospetto che a qualcuno interessi solo far vedere che è dalla parte degli immigrati, ma che poi degli immigrati non gliene frega niente. Ma io dico: non giochiamo con i sentimenti dellimmigrato, che non è stupido: legge, si informa, sa chi fa davvero i suoi interessi».
Riepiloghiamo i punti principali della sua proposta?
«Le direi: ascolti quello che ha detto Fini. Io dico no allo ius soli e propongo che la cittadinanza sia la fine di un percorso, non un presupposto: a un bambino che nasce, cresce e va a scuola nel nostro Paese, e che non abbia problemi con la giustizia, si può dare la cittadinanza italiana prima dei 18 anni. Io ho immaginato un percorso 4+4: quattro anni di permesso di soggiorno per imparare la lingua e le nostre leggi e altri quattro anni con la carta di soggiorno preparatori alla cittadinanza. Che, badi bene, può essere anche revocata a chi si macchi di terrorismo o di reati contro lo Stato».
Ancora Fini: «Il multiculturalismo è fallito».
«Altra cosa che noi del Pdl diciamo da anni. Evidentemente Fini ha capito che il buonismo con gli immigrati non fa più notizia e non fa più neanche presa. Limmigrato non è più quello che la sinistra portava alle manifestazioni in cambio di un panino».
Lei ha avuto una breve parentesi in Fli: come si stava da «futurista»?
«È stato il momento più difficile della mia vita. Alcuni dei miei colleghi del Fli li stimo.
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