Sulle tracce del Caravaggio

Ferito a Napoli e creduto morto dagli assalitori riuscì a fuggire, imbarcandosi su una feluca per Porto Ercole. Obiettivo: avvicinarsi a Roma, restando fuori dallo Stato Pontificio, per chiedere l’attesa - e promessa - grazia del Papa. Sbarcato sul litorale tirrenico, distante da Porto Ercole che raggiungerà poi a piedi, fu arrestato per errore. Ci vollero due giorni perché fosse liberato. Ferito, stremato dal carcere, febbricitante e disperato, morì sulla spiaggia. Solo. Era il 18 luglio 1610. Caravaggio aveva 39 anni. Della sua sepoltura si persero presto le tracce, regalando a vita e storia dell’artista un finale romantico e misterioso, degno della sua fama di «pittore maledetto». Ora, nel quarto centenario della morte, proprio mentre sono in corso studi sulle sue presunte ossa rinvenute nel cimitero di Porto Ercole da cui sarà estratto il dna per metterlo a confronto con quello degli eredi, Roma, che lo aveva «bandito», si prepara a celebrare Michelangelo Merisi con una grande mostra, che dal 19 febbraio al 13 giugno, riunirà alle Scuderie del Quirinale i suoi principali capolavori autografi, provenienti da tutto il mondo, con l’intento di fare il punto sulle «certezze» di Caravaggio, distogliendo l’attenzione dalle molte opere - per alcuni troppe - che nel corso dei secoli gli sono state attribuite, per arrivare al cuore delle sua arte, grazie a una serie di importanti e rari confronti.
Esposte, tra le altre, la Canestra di frutta, che uscirà per la prima volta dalla Pinacoteca Ambrosiana, il siciliano Seppellimento di Santa Lucia, le due versioni della Cena in Emmaus di Londra e Brera, L’Annunciazione di Nancy, restaurata per l’occasione. Non mancheranno ovviamente opere romane. La Capitale, infatti, con le sue strade, chiese e collezioni, è un vero e proprio museo caravaggesco.
Sono molti i luoghi che recano impronta e firma dell’artista. L’avvio di questo ideale tour sulle sue orme non può che essere a San Luigi dei Francesi. Fu qui, nella bottega del rivenditore Costantino, accanto alla chiesa, che nel 1594, furono esposte per la prima volta alcune sue opere - tra le quali, Buona ventura, oggi ai musei Capitolini - quando, abbandonato il Cavalier d’Arpino, decise di mettersi in proprio. E qui, in chiesa, nella cappella Contarelli, si trovano i tre capolavori Martirio di San Matteo, San Matteo e l’angelo e Vocazione di San Matteo, che segnarono l’ingresso della luce nell’arte e nella sua storia.
Dei primi anni di attività sono pure il Bacchino malato, alla Galleria Borghese, dipinto nel 1594, anno in cui Caravaggio fu ricoverato all’ospedale della Consolazione, e, del 1595, il Riposo durante la fuga in Egitto, ora alla galleria Doria Pamphilij. Non può mancare una tappa in piazza Navona, dove nel 1605 si registra l’accoltellamento di Mariano Pasqualone, di cui, pur senza prove, fu accusato Michelangelo che con lui poco prima aveva avuto un’accesa discussione in via del Corso, per amore di una donna, Lena, sua amante.
Il trionfo delle passioni caravaggesche è, però, nella chiesa di Sant’Agostino, dove la stessa Lena prestò il volto alla Madonna dei pellegrini, opera che con la povertà degli ambienti, stupì e «offese» i vertici della Chiesa, provocando non poche critiche all’artista, reo di umanizzare le figure sacre, dando loro corpi da contadini o prostitute, facendole scendere dal cielo per precipitarle sulla terra in un colpo di pennello. Dalle critiche non si salvarono né il ciclo di San Luigi dei Francesi, né le due opere in Santa Maria del Popolo, Crocifissione di San Pietro e Conversione di San Paolo.
È un giallo il San Francesco in meditazione a Santa Maria della Concezione: pressoché identico a quello di Carpineto Romano, in deposito alla Galleria nazionale d’Arte Antica di Roma, secondo alcuni studiosi sarebbe autografo, secondo altri opera di un caravaggesco.
Dalle chiese ai palazzi. È una vera sorpresa, sia per tema che per tecnica - è l’unica opera murale - Giove, Nettuno, Plutone, eseguito nel 1597 sul soffitto del casino di Villa Ludovisi, già del Monte, su commissione del cardinale come raffigurazione dei suoi interessi alchemici: Giove simboleggia lo stato gassoso, Nettuno quello liquido, Plutone quello solido. Non mancano opere nei musei, da Narciso alla Galleria nazionale d’Arte Antica ai molti tesori della Galleria Borghese, senza dimenticare la Deposizione ai musei Vaticani.
A queste esposizioni permanenti si aggiunge fino al 31 gennaio, al Punto Camera, il restauro aperto della Adorazione dei pastori del Museo regionale di Messina. Il tour capitolino di Caravaggio non può che concludersi in Campo Marzio e, più precisamente, nei pressi di piazza San Lorenzo in Lucina.

Fu qui che il 28 maggio 1606 Caravaggio uccise con una coltellata alla coscia Ranuccio Tomassoni, per motivi di gioco e forse amore, con la passionalità tipica delle sue litigiose bravate, che, stavolta, però, aveva colpito una famiglia pericolosamente importante. Da allora Caravaggio, bandito, iniziò a fuggire con la speranza, mai coronata, di tornare a Roma.

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