Sventato un attentato contro l'ex sindaco di Gela Cinque arresti, 4 denunce

La mafia aveva progettato attentati per colpire l’ex sindaco di Gela, Rosario Crocetta, oggi europarlamentare del Pd, e la cugina del gip di Caltanissetta, Tona, scambiata per sua sorella

Sventato un attentato 
contro l'ex sindaco di Gela 
Cinque arresti, 4 denunce

Caltanissetta - La mafia aveva messo a punto un piano per uccidere l’ex sindaco di Gela (Caltanissetta), Rosario Crocetta, oggi europarlamentare del Pd e la cugina del gip del tribunale di Caltanissetta, Giovanbattista Tona, scambiata in realtà per sua sorella per la forte somiglianza con il magistrato. È quanto emerge da un’indagine condotta dalla Squadra mobile di Caltanissetta, coordinata dalla Dda nissena avviata dopo l’arrivo dal carcere di una lettera, fatta pervenire da un detenuto agli inquirenti.

Blitz nella notte Nella notte è scattata l’operazione "Extrema Ratio", con la notifica in carcere di cinque ordinanze di custodia cautelare ad altrettanti esponenti di spicco della mafia di Gela, già in stato di detenzione per altri reati. I cinque provvedimenti restrittivi e la denuncia di correità nei confronti di altri quattro imputati (tutti detenuti), sono stati emessi dal gip, Marcello Testaquadra, su richiesta della Dda di Caltanissetta, con l’accusa di associazione mafiosa.

Tutti i nomi I provvedimenti restrittivi hanno raggiunto Francesco Vella, 35 anni, Nicola Cascino, 56 anni, Massimo Carmelo Billizzi, 35 anni, Paolo Portelli, 42 anni e Domenico Vullo, 34 anni. Tutti erano già detenuti per altri fatti. Gli avvisi di garanzia riguardano Emanuele Argenti di Guido, 45 anni, Salvatore Terlati, 36 anni, Emanuele Bassora, 36 anni, e Alessandro Gambuto, 35 anni. Anche loro sono detenuti.

Crocetta: pago la mia lotta "La mafia dimostra che non babbia e, quando si sente minacciata, vuole fare sul serio". Lo ha detto l’eurodeputato Crocetta. "Io sono sereno - ha aggiunto - e continuerò nella mia battaglia contro la mafia. È chiaro che la mia azione contro Cosa nostra non l’ho fatta da solo, ma anche con la gente comune, gli industriali, l’Antiracket. È stata una grande mobilitazione". Certo, nota Crocetta, "ci sono anche fatti personali dietro questa vicenda, come per esempio l’aver licenziato la moglie del boss. Pago la mia battaglia per la giustizia, ma trovo assurdo che in Francia e in Italia godo della scorta e in Belgio invece non ho nessuna protezione.

Le autorità italiane dovrebbero intervenire. Continuerò la mia lotta alla mafia anche a livello europeo perchè la mafia non è solo una questione italiana Spero che questi mafiosi paghino il loro conto con la giustizia".

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