La svolta dance della popstar Torna la febbre del sabato sera

Nuovo cambio di tendenza della diva: a novembre esce «Confessions on a dancefloor»

Paolo Giordano

Intanto quelle sono tutte parole. Ancora Madonna, Madonna che noia. Poi lei si strapazza i capelli di rosso, trascorre due anni a dire oh quant’è bello fare la mamma e, appena tutti le credono, zac!: fa ascoltare Confessions on a dance floor, che sembra il ciddì di una cubista di lungo corso, che sa di quei club newyorchesi dove lo speedball è solo l’aperitivo, che è più aggiornato di Dagospia e non si prende neanche troppo sul serio, zero citazioni iperlesbo, autoerotiche, neppure un po’ scosciate: «È strano, ho speso tutta la mia vita per far parlare di me/ ne valeva la pena?» dice lei nella canzone How high, che sul Sun la sua amica Victoria Newton ha promosso con un grasso dieci. Madonna ancora lei, Madonna per la prima volta fa la dance, tun-cha, tun-cha.
Dunque la brutta notizia è che la Material girl o mum o (ormai) housewife si fa sempre un baffo di tutte le altre material che dall’isola dei famosi scappano dopo la prima crisetta di pianto. «Ho avuto dalla vita quello che tutti vorrebbero. Ma non vuol dire un cazzo» ha certificato lei allo scicchissimo Harpers&Queen, parlando nella sua casa londinese vicino a Oxford Street, dove sta con il signor Ciccone, Guy Ritchie, uno dei pochi registi a far film più brutti dei suoi di lei, e con i due bambini Lourdes e Rocco (8 e 4 anni), ai quali tra l’altro legge i suoi libri di favole che di poetico hanno solo il titolo. L’ultimo, pubblicato pochi mesi fa: Lotsa de Casha. Madonna è una felice madre di famiglia, come tante, che ha inciso un disco da cubista, come tante, ma è l’unica a far tutte e due le cose insieme prima ancora che le si vedano al Billionaire. Allora la bella notizia è che lo fa con una tale nonchalance che il risultato sarà sempre lo stesso: visto che è ancora molto chic andare contro i gusti del pubblico, la critica ne parlerà male a dir poco e almeno questo è un rassicurante appuntamento fisso.
Avete presente Donna Summer, quella vera, non l’androide in domopak e paillettes che alla festa di Dolce e Gabbana ha comunque fatto ballare tutti, anche Berlusconi? Ecco, proprio Donna Summer di I feel love, il classicone che, se ci farete caso nel ciddì che uscirà a metà novembre, la signora Ciccone ha ripreso nel brano Future lovers? Potesse, le avrebbe cantate tutte lei, queste dodici canzoni che iniziano con il ticchettio di Hang up perché, insomma, dallo Studio 54 di Tony Manero è passato un bel po’ di tempo e della febbre del sabato sera è rimasta solo l’acidità della domenica mattina, però vanno avanti tutte d’un fiato, senza un’interruzione, una pausa, niente, perché qui mica c’è tempo da perdere.
Allora «Sono spiacente, perdonami» come sussurra lei in italiano nel brano Sorry (che sarà il prossimo singolo e forse lo canterà agli Mtv Awards di Lisbona) e intanto beccatevi questa falange macedone di brani da ballare o meglio da veder ballare da qualcun altro, da Get together a Let it will be, mentre si srotolano tutte le ruffianissime scopiazzature che in poco più di un’ora fanno di Confessions un ciddì enciclopedico. La dance? In Sorry c’è un campionamento di Can you feel it dei Jacksons. La prototechno? Forbidden love sembra dei Kraftwerk in vacanza. Il pop da McDonald’s? Hung up riprende Gimme gimme gimme degli Abba, che fanno molto popular.

Il tutto mentre in Push Madonna Summer regala un «Devo tutto a te» al maritino. E lo fa ballando da cubista. Cantando dance griffata Versace mentre tutti gli altri s’affannano a trovar una donna meglio di Madonna che non sia più Madonna.

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