Tagli: il Quirinale restituirà 15 milioni di euro all'erario

Lo annuncia su internet il segretario generale Donato Marra: tra blocco delle assunzioni e riduzioni di stipendi, il Colle in quattro anni ha risparmiato il 6,6 per cento della sua dotazione. «Ma il palazzo non diventerà un museo, lo è già»

Quattro anni di tagli, quindici milioni di euro risparmiati: quei soldi adesso il Colle li restituità all'erario. Lo annuncia. in una nota sul sito internet della presidenza, il segretario generale Donato Marra: «Grazie al blocco del turn over e alla riduzione del personale siamo riusciti a ridurre il 6,6 per cento delle spese».
Certo, il Quirinale costa ancora tanto, molto più dell'Eliseo, di Buckingham Palace e della Casa Bianca, che pure sono più piccoli e meno ricchi di tesori artistici. Ma il trend è stato invertito, i fasti del passato sono stati ridimensionati, la cinghia è stata tirata. Risultato, l'impegno formale a «restituire complessivamente al ministero dell'Economia e delle Finanze nel corso del triennio 2011-2013 la somma di 15.048.000 euro, pari al 6,6 per cento della dotazione».
I sacrifici, si legge nella nota, sono statio fatti a tutti i livelli. Ragion per cui i vertici del Colle ringraziano tutta la struttura della presidenza della Repubblica. «Le economie conseguite con le misure più significative adottate autonomamente nel periodo che va dall'inizio del settennato al 31 dicembre 2010 ammontano complessivamente a 48.119.404 euro, così ripartite: 4.837.238 euro per il contenimento della spesa per beni e servizi, 19.184.358 euro per il blocco del turn over, 10.937.074 euro per la riduzione del personale comandato e distaccato e la riduzione delle relative indennità, 7.223.958 euro per il mancato adeguamento delle retribuzioni al tasso di inflazione programmata a partire dal 2008, 3.145.352 euro per la nuova regolamentazione del lavoro straordinario, 2.009.965 euro per la revoca degli incarichi particolari e la riforma dell'amministrazione con l'istituzione delle aree funzionali e delle unità operative, 781.459 euro per la soppressione dell'indennità informatica».
La stretta era stata decisa da Napolitano fin dall'inizio del suo mandato, con il taglio degli stipendi d'oro, superiori ai 90 mila e ai 150 mila euro, oggetto di trattenute pari rispettivamente al 5 ed al 10 per cento, il blocco delle progressioni automatiche di anzianità per le fasce stipendiali più alte e lo stop dell'adeguamento all'incremento del costo della vita di tutte le retribuzioni e dei trattamenti pensionistici in atto dal 2008. Congelate anche le nuove assunzioni. E così, rispetto al 31 dicembre 2006, il personale si è ridotto di 374 unità.
Tutto ciò senza compromettere «la piena efficacia delle attività di supporto alle funzioni istituzionali del presidente della Repubblica». Da qui i ringraziamenti ai vertici dell'amministrazione, ai sindacati e ai dipendenti. «che hanno collaborato con lealtà ed intelligenza all'attuazione delle riforme».

Dunque il Quirinale è un po' più snello ma non diventerà un museo: «Già oggi l'amministrazione gestisce l'intero Palazzo anche come tale, provvedendo alle necessarie attività di manutenzione e restauro e assicurando la più ampia fruizione da parte del pubblico».

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