«Tanti momenti belli Ma al Genoa mai più»

Curioso incontro. In un mitico locale della riviera (in occasione di una festa di compleanno) ecco riuniti tanti personaggi legati ad un pezzo di storia rossoblù. Da Aldo Spinelli, presidente che portò il Genoa ai migliori piazzamenti del dopoguerra, a Spartaco Landini che fu suo direttore sportivo, dal professor Mauro Casaleggio eccellente responsabile per tanti anni del settore medico genoano, a Mario Bortolazzi (indimenticabili certe sue punizioni), Attilio Perotti e Silvano Siri attuale vice-presidente del Livorno accanto a Spinelli.
Col presidente si chiacchiera sempre volentieri.
È rimasto al Livorno, presidente. Come andrà questa serie B?
«Momento difficilissimo, penso che a Natale moltissime saranno nei guai. Cosa vuole, tre milioni e mezzo di euro servono a ben poco».
Presidente e di queste squadre genovesi che dice?
«Stanno facendo bene. Molto bene Preziosi. Sfortunata al momento la Samp».
Mi parli di Mazzarri. Lei lo conosce bene.
«È un eccellente allenatore, forse uno dei più bravi. Come sa far lavorare lui ve ne sono pochi».
Però lei lo ha lasciato andare...
«Ragioni economiche, lo presi dalla C che prendeva 60 milioni, gliene diedi 140 al Livorno. Ma la Reggina gli offrì un contratto da 5/600mila euro. Io non potevo».
È vero che è un tipo un po’ suscettibile?
«No. Lui deve avere solo un obiettivo, guardare a quello e pensare solo a quello. Nella Samp con tanti obiettivi perde un po’ la testa».
Dovrebbe pensare solo al campionato?
«Certo, però le situazioni cambiano e diventano a volte difficili da gestire».
Arriverà prima il Genoa o la Samp quest’anno?
«Certamente Preziosi ha lavorato molto bene: sa muoversi nel calcio, conosce il mercato. Insomma è persona affidabilissima».
E questo stadio nuovo si farà, secondo lei, o è solo un gran parlare?
«Ho qualche dubbio che si faccia».
Rifarebbe il presidente del Genoa?
«No, roba passata. Certo abbiamo vissuto periodi molto belli, in Coppa Campioni, Skuravy, Aguilera, chi li dimentica?»
Però quello Skuravy...


«Ho fatto un grosso errore, allora a non venderlo. Ventisette miliardi mi avevano offerto».
Questa crisi finanziaria influirà sul mondo del calcio?
«Purtroppo sì. Le quotate in borsa avranno grossi problemi. Insomma; andiamo verso periodi non facili».

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