Teheran, arrestato in un bordello il capo della polizia

Era la spada dell’Islam, la punta di lancia della moralizzazione, l’anima e la mente della caccia alle «malvelate» e ai rockettari. Adesso Reza Zarei è solo un ex capo della polizia di Teheran, un reietto dimessosi dopo esser stato scoperto nudo e in compagnia di sei prostitute in un bordello. A decretare la sua fine ordinando l’irruzione è stato l’ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi, il capo dell’autorità giudiziaria con cui Reza Zarei concordava le sue campagne. La notizia, trapelata a pochi giorni dalle legislative di venerdì, fa però anche ipotizzare un piano per sopire il malcontento ed eliminare un capo della polizia troppo zelante.
La vittoria conservatrice l’ha, intanto, decisa il Consiglio dei Guardiani cancellando i candidati riformisti da oltre il cinquanta per cento delle circoscrizioni e garantendo ai conservatori il controllo di 160 dei 290 seggi parlamentari. Di fronte a queste mosse il Gran Ayatollah Hossein Alì Montazeri non esita a mettere in «discussione la legittimità di governo e istituzioni». Liberato nel 2004 dopo 14 anni ai domiciliari, questo maestro della teologia sciita considerato un tempo il successore di Khomeini, spara a zero sulle «decisioni dissennate che alimentano lo scontento di una popolazione messa in ginocchio da inflazione e disoccupazione».

I conservatori rispondono bollando come spie del nemico i riformisti che denunciano ai giornalisti stranieri le mosse del governo. «In Parlamento – sostiene Gholam Ali Hadad Adel, presidente del Majlees - non c’è posto per spioni o gente in cerca d’asilo».

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