Telecamere antiviolenza sugli autobus della capitale

Stefano Vladovich

Distruggono finestrini e sedili, disturbano i viaggiatori, fumano sulle vetture. Non solo. All’ennesima aggressione di una baby-gang a un autista dell’Atac, il Campidoglio corre ai ripari. Telecamere su oltre duemila bus, già dai prossimi giorni, a cominciare dallo 01, la linea «maledetta» che collega il piazzale della stazione del Lido a piazza Gasparri, nel Bronx di Nuova Ostia. L’ultimo episodio, ma solo per caso, è accaduto a Morena a bordo del 551: l’autista, preso a calci e pugni da un gruppo di teppisti, finisce in ospedale con oltre 30 giorni di prognosi.
Ieri, nel corso di un vertice con il prefetto Achille Serra, la drastica decisione del Campidoglio. «Presto la linea 01 di Ostia - spiega l’assessore capitolino alla Mobilità Mauro Calamante - sarà dotata di 4 telecamere per garantire più sicurezza durante la corsa dei bus. Vogliamo proteggere queste persone che fanno un lavoro difficile». «Gli aggressori dell’autista a Morena verranno identificati a breve - aggiunge il prefetto Serra -. Questo è un fenomeno sul quale è necessario riflettere». «Quando verranno identificati - annuncia l’assessore capitolino alla Sicurezza Liliana Ferraro - Trambus e Comune di Roma si costituiranno parte civile». Insomma, dopo l’esperimento delle «gazzelle» dei carabinieri di scorta agli autobus a rischio, dei telefonini come dotazione di bordo, dei vigilanti privati assieme ai viaggiatori, è la volta della tecnologia spaziale. Oltre duemila bus della capitale, difatti, saranno collegati a un sistema satellitare per evitare guai durante le corse. «L’impianto è già presente su 400 bus gestiti da privati - precisa l’assessore Calamante - e presto sarà esteso a 2.400 autobus romani». Un macchinario che prevede, inoltre, un apposito pedale munito di un pulsante che l’autista potrà premere in caso di pericolo. L’allarme verrà trasmesso alla centrale operativa che predisporrà gli interventi. Un investimento di 8 milioni di euro con due finalità: «Da un lato il controllo per la sicurezza durante le ore di servizio - conclude Calamante - dall’altro l’esigenza di una pianificazione della gestione quotidiana, dalla diagnostica dell’autobus alla tempistica delle corse».
Gli addetti ai lavori, però, sono scettici: «Tutto questo non garantisce la nostra incolumità - spiegano i conducenti radunati al capolinea dello 01 -.

Siamo stati presi a sassate, fucilate, malmenati da delinquenti infuriati, perseguitati dagli stessi teppisti arrestati e poi rilasciati. Da sempre chiediamo vetri antiproiettile e la cabina di guida blindata e separata dal resto della vettura. Ma dall’azienda, a quanto pare, niente».

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