Telecom, Alitalia, Unicredit, solo per citare i casi più noti. Anche i «colossi» fanno i conti con la recessione mondiale, difficoltà che si tradurra nel 2009 con il taglio di posti anche in Lombardia. Sono ben 180mila i lavoratori a «fortissimo rischio» di perdere il lavoro sul territorio. Il dato è stato reso noto a inizio mese dalla Cgil regionale. A novembre complessivamente le imprese con problematiche di crisi erano 1.403, con un organico a rischio di 121.548 lavoratori, mentre i lavoratori direttamente colpiti da provvedimenti occupazionali sono 71.756, dei quali 7.253 per mobilità e licenziamenti collettivi, 43.008 per cassa integrazione ordinaria e 16.903 per quella straordinaria.
In Lombardia, riferiscono le fonti Istat, a pagare di più sono le donne: se la popolazione maschile in cerca di lavoro a metà anno era composta da 66mila unità (erano 52mila nel 2007), quella femminile arrivava a quota 73mila (contro i 61mila del giugno 2007). Così il tasso di disoccupazione degli uomini arrivava al 2,9% (era al 2,6), mentre quello delle donne toccava addirittura il 4,9% (era il 3,9). Secondo unindagine pubblicata da «Job», il mensile free press della Cisl, solo il 7,7 per cento dei milanesi prevede di migliorare la propria situazione economica nel 2009.
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