Terrore sul Boeing in atterraggio Gli uccelli fanno scoppiare i motori

RomaIn gergo si chiama «Bird strike», ovvero impatto con gli uccelli. E stava per costare caro ai 172 occupanti - tra passeggeri e membri dell’equipaggio - che si trovavano a bordo del volo Ryanair da Francoforte a Ciampino. Il Boeing 737 della compagnia low cost irlandese ha infatti «attraversato» uno stormo di storni mentre si apprestava all’atterraggio nel secondo scalo capitolino: entrambi i motori sono stati «toccati», uno dei due motori è esploso e il pilota è stato costretto a un drammatico atterraggio d’emergenza. Meritandosi la riconoscenza eterna dei passeggeri. «Il pilota è stato bravissimo - racconta uno dei passeggeri, un pittore siciliano -. Gli dico grazie perché ci ha salvato la vita. Se ci fosse stato qualcun altro forse saremmo tutti morti, perché stavamo avvicinandoci al muro di fine pista».
Sono stati minuti di paura quelli vissuti a bordo dell’aereo stipato poco prima delle 8. I passeggeri raccontano di aver sentito, a pochi chilometri da Ciampino, uno scoppio e poi un forte odore di bruciato. Il pilota è riuscito tra rimbalzi, frenate e scossoni a fare atterrare l’aereo, che è uscito di pista e si è adagiato sul fianco sinistro. I passeggeri, sconvolti dalla paura, sono rimasti seduti su ordine del pilota per alcuni lunghissimi minuti. Quindi il rompete le righe: i passeggeri sono scesi dagli scivoli - il carrello era inutilizzabile - e si sono guardati intorno per accertarsi che tutti stessero bene. La peggio è toccata a cinque di loro - due statunitensi, un ghanese e due membri dell’equipaggio - che hanno riportato forti contusioni e sono stati sottoposti a radiografie in ospedali della zona.
L’aeroporto di Ciampino è stato subito chiuso per consentire la rimozione del velivolo, ed è rimasto off limits per tutta la giornata di ieri. Molti voli sono stati spostati a Fiumicino, dove i passeggeri sono stati smistati con degli autobus; altri sono stati cancellati tra le proteste dei passeggeri. Nel frattempo gli investigatori dell’Ansv (l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo) ispezionavano l’aereo, che recava tracce di sangue su un’ala, estesi danni alla semiala sinistra, al relativo carrello e al ventre della fusoliera, acquisivano le scatole nere e ascoltavano i componenti dell’equipaggio.
La scampata tragedia di ieri, pur non imputabile né alla compagnia aerea né alla società di gestione - ogni anno ci sono circa 600 collisioni tra aerei e uccelli nei cieli italiani - ripropone il problema della sicurezza dello scalo di Ciampino, molto vicino alle abitazioni. Riprende forza anche la voce di chi invoca la chiusura del secondo scalo romano, che in un futuro dovrebbe essere sostituito da un aeroporto specializzato in voli low cost a Viterbo.

«C’è troppa pressione - dice Lorenzo parlati, presidente di Legambiente Lazio - su un’infrastruttura nata tanti decenni fa, del tutto inadatta a sopportare ora il carico immenso a cui la si sottopone, un luogo dove un atterraggio d’emergenza può rischiare di diventare un dramma a causa della pista corta e della vicinanza delle abitazioni di migliaia di cittadini».

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