Tra Thailandia e Cambogia guerra sul tempio

Ora il tempio della guerra ha le sue prime due vittime. La tempesta, annunciata sin dal 15 luglio quando l’Unesco promosse le rovine di Preah Vihear al rango di patrimonio dell’umanità, si è scatenata ieri pomeriggio. Per quasi un’ora il fragore di razzi e mitragliatori è riecheggiato tra la giungla e i dirupi della frontiera mentre mille soldati cambogiani e altrettanti militari thailandesi trincerati da sei settimane sui due lati del confine cercavano di neutralizzare le postazioni avversarie. La peggio, dopo la breve ma sanguinosa scaramuccia è toccata ai cambogiani. Tra le loro fila, secondo Hor Namhong, ministro degli Esteri di Phnom Penh, si contano almeno due morti e due feriti. Sul fronte opposto il bilancio è più incerto. Il generale thailandese Wiboonsak Neeparn, comandante delle regioni nord orientali, ammette cinque feriti, ma smentisce la cattura di dieci soldati rivendicata dai cambogiani. Lo scontro a fuoco era stato preceduto martedì dall’ultimatum del premier cambogiano Hun Sen che aveva intimato a Bangkok di ritirare gli ottanta militari dislocati in uno dei contestati punti di frontiera intorno a quel tempio induista e alle sue rovine risalenti al dodicesimo secolo.
La contesa dura dal 1962, da quando la corte internazionale attribuì alla Cambogia il controllo di Preah Vihear, un luogo sacro appollaiato sulla cima di un’inaccessibile scarpata che precipita per 600 metri nella giungla ed è praticamente insormontabile per chiunque arrivi dai territori cambogiani. Da allora i nazionalisti thailandesi non hanno mai rinunciato a rivendicarne il controllo. A far riesplodere la questione è stata la delibera dell’Unesco del 15 luglio in base alla quale l’accesso al tempio, oggi in mani thailandesi, potrebbe venir aperto ai cambogiani.
Ora però si teme la guerra totale. Fonti dell’aeronautica thailandese hanno confermato lo stato di preallarme dell’aviazione durante gli scontri pur smentendo l’ipotesi di un bombardamento aereo capace d’innescare un conflitto su larga scala. A Bangkok voci non confermate parlano di un’imminente azione delle forze speciali per evacuare i thailandesi residenti in Cambogia. Per ora entrambe le parti smentiscono di voler arrivare alle estreme conseguenze.

Il generale Yim Pim, capo di stato maggiore dell’esercito cambogiano, ha annunciato una tregua per consentire i colloqui tra i comandanti militari delle due parti fissati per domattina in una zona non lontana dal tempio.

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