Tiger, fortissimamente Tiger: ormai siamo a corto di perifrasi. Quando la posta in palio - titolo e moneta - è grossa, lui è sempre in prima linea, e gli altri concorrenti lo soffrono senza poterci far niente. È successo ancora al CA Campionship - secondo dei World Championship -, che questanno ha nuovamente cambiato sede e lo si è giocato sul micidiale Blue Monster del Doral a Miami. Il torneo cambia nome (era lAmerican Express Championship), cambia sede, ma non cambia Tiger che, in otto edizioni, lo ha vinto ben sei volte, e stavolta per la terza consecutivamente. Tredici vittorie su 24 World Championship giocati, ancora un record imbattibile per Tiger Woods. E pensare che il «fenomeno» arrivava da una disavventura che la settimana precedente lo aveva visto dover accusare un pesante 43 (due doppi e un triplo bogey) nelle ultime 9 buche dellArnold Palmer Invitational. Dalle ceneri agli altari in soli quattro giorni, serviti a Tiger per dimenticare e tornare a pensare in positivo. Al Doral non cè stata lotta. Una volta andato al comando, al secondo giro, è stato chiaro a tutti - anche agli avversari - che cera lotta solo per il secondo posto.
Brett Wetterich - che sul Tour è arrivato lanno scorso, ha vinto un torneo e, con altri buoni piazzamenti, ha centrato lobiettivo della Ryder Cup - ha avuto lonore di giocare con Tiger le ultime 18 buche, distaccato di 4 colpi dal giocatore di colore che ha pensato bene di portare a sei lunghezze il suo vantaggio nelle prime 9 buche. Mentre tutti gli altri uscivano mestamente di scena - Stenson, Baddeley, Garcia, Casey, Els, tanto per fare alcuni nomi -, Brett rimaneva aggrappato al suo gioco, fianco a fianco con Tiger e sapeva - senza errori e con un birdie - recuperare qualcosa sulle ultime 9 buche, dove Woods accusava qualche colpo a vuoto, ma alla fine non determinante, visto che ha portato a casa il titolo con due colpi di vantaggio sul pur bravo Wetterich.
Sul Tour europeo era in programma un torneo, diciamo così, minore, il Madeira Open, che ha visto la prima vittoria sul circuito dellargentino Daniel Vancsik, trentenne di Buenos Aires.
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