Dalla Tipo alla Opel Kadett: le auto che restano in box

I quindici giorni di applicazione dell’ordinanza del Comune di Milano per limitare la circolazione ai veicoli più inquinanti non ha mancato di sollevare numerosi dubbi tra quegli automobilisti che non hanno grande dimestichezza con le sigle. Rispetto a quelli che stabiliscono il blocco totale, questo provvedimento è relativamente più semplice da interpretare, poiché impedisce la circolazione dalle 8 alle 20 ai veicoli la cui produzione è iniziata prima del 1993. Tuttavia, la lettura della carta di circolazione per scoprire se si è autorizzati a circolare oppure no non è assolutamente semplificata, visto che tra la lunga serie di dati identificativi non è presente la dicitura Euro seguita da un numero, ma una sigla ben più criptica. Sigla che peraltro non è nemmeno unica, per ogni direttiva ci possono essere fino a nove differenti serie di numeri e lettere per capire in quale fascia possa rientrare il motore della propria auto.
Nel caso di Milano, dove l’ordinanza regionale che fissava il blocco dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 20 dei giorni feriali è stata superata da quella comunale che ha cancellato la pausa, l’interpretazione è facilitata almeno per quanto riguarda le auto a benzina. La circolazione è infatti vietata a tutte le Euro 0, vale a dire tutte le auto prive di marmitta catalitica (dalla Tipo alla Kadel, alla R 19) che sulla carta di circolazione non riportano alcuna indicazione in materia ambientale. Se si segue l’interpretazione della Regione, il vincolo non è invece valido per le stesse auto prodotte prima del 1993, se queste sono state trasformate per circolare alimentate a gas, Gpl, oppure metano. Anche in assenza di catalizzatore ci si può muovere, fermo restando il divieto nelle giornate di blocco totale del traffico.
Le maggiori incertezze si trovano nel caso il motore dell’auto non funzioni a benzina, ma a gasolio. Il provvedimento provvisorio, che tuttavia potrebbe essere prorogato fino alla prossima primavera, ha l’obiettivo di togliere dalla circolazione anche le diesel Euro 1, le cui emissioni sono giudicate oggi troppo elevate. In questo caso risultano escluse auto di produzione anche più recente, quelle fino al 1996. I proprietari di diesel devono pertanto prestare maggiore attenzione alla carta di circolazione. Si dovrà lasciare il veicolo nel box non solo nel caso non vi siano indicazioni particolari, ma anche se è presente una di queste tre sigle: 91/441 Cee, 91/542 Cee punto 6.2.1.A, 93/59 Cee.
Ma le difficoltà di interpretazione non si limitano alle auto, si possono riscontrare anche in tema di due ruote. La dichiarazione generica di divieto di circolazione a ciclomotori e motocicli con motore a due tempi, infatti, non è precisa. Anche in questo caso il blocco vale per i due tempi (vale a dire quelli alimentati a miscela di benzina e olio) non catalizzati. Si tratta quindi di quelli Euro 0, mentre possono muoversi i due tempi Euro 1 ed Euro 2, oltre a tutte le due ruote con motore a quattro tempi.

Bisogna precisare che le normative per ciclomotori e moto seguono un percorso svincolato da quello delle auto. Se le quattro ruote sono alla fase Euro 4, le normative europee più attuali sono la Euro 2 per i ciclomotori fino a 50 cc e la Euro 3 per quelle più potenti.

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