Quella macchia che compare allimprovviso, impedendo una visione nitida, è il punto di partenza della degenerazione maculare senile, una malattia che colpisce in Italia un milione di persone (tutte ultrasessantenni) che non riescono più a leggere il giornale o a guidare lauto. Le immagini appaiono «annebbiate», deformate, nitide solo nei contorni, buie o confuse nella parte centrale. Bisogna consultare subito un oculista. La diagnosi non è difficile. Un esame specialistico non invasivo - tomografia ottica a radiazione coerente - permette di individuare la proliferazione incontrollata dei vasi sanguigni della retina, che addensandosi sulla «macula» riducono lacuità visiva, danneggiando non solo la mobilità del paziente, ma anche il suo umore (frequente la presenza di depressione). Comunque, è bene sottolinearlo, la degenerazione maculare senile non provoca cecità ma solo ipovisione.
La terapia di questa forma morbosa è passata attraverso vari stadi: il primo, fotocoagulazione laser, è stato abbandonato perché - in molti casi - distruggeva anche i tessuti sani.
Il secondo stadio, terapia fotodinamica, introdotto nel 1999, si basava (e si basa perché viene ancora praticato) sullimpiego di una sostanza fotosensibile, la verteporfina, che riesce a chiudere alcuni vasi sanguigni «anomali», migliorando notevolmente la situazione. Cè poi una grande e positiva novità terapeutica: un anticorpo monoclonale (nome chimico ranibizumab) sviluppato per uso esclusivamente oftalmico, che agisce bloccando langiogenesi. Presentandolo, il professor Francesco Bandello, che dirige la clinica oculistica delluniversità di Udine, ha affermato: «Questo farmaco non solo arresta la progressione della malattia ma migliora anche - in una percentuale significativa - la funzionalità visiva, permettendo una maggior autonomia in tutte le attività quotidiane». Una grande conquista, dunque, confermata dal professor Ugo Menchini delluniversità di Firenze, il quale ha ricordato gli anni dellimpotenza, quando poco o nulla si poteva fare contro questa malattia, mentre oggi loculista è in grado di garantire al paziente «buoni risultati anche nel breve periodo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.