A Torino un incontro sui progressi scientifici ottenuti in reumatologia

S i è svolto recentemente a Torino, presso l'Accademia di medicina un incontro dal titolo «Progressi in Reumatologia: spondiloartriti, arterite di Horton e polimialgia reumatica», relatori i dottori Vittorio Modena e Raffaele Pellerito. Le spondiloartriti sono un gruppo di patologie (spondilite anchilosante, artrite psoriasica, artriti in corso di malattie infiammatorie dell'intestino (morbo di Crohn, retto colite ulcerosa), artriti reattive, spondiloartriti indifferenziate, spondilite anchilosante ad esordio giovanile, sindrome SAPHO (sinovite, acne pustolosa (h)iperostosi, osteite) che condividono alcune manifestazioni articolari dell'apparato scheletrico appendicolare e di quello assiale, l'impegno infiammatorio dell'entesi (entesite), manifestazioni cutanee, intestinali, oculari (uveite) ed una spiccata familiarità per la singola e per tutte le patologie del gruppo. L'aggregazione familiare per queste patologie sottende la presenza di fattori genetici predisponenti: oltre alla già nota associazione con l'allele HLA B27, in particolare con alcune caratteristiche cliniche e radiologiche comuni a queste malattie, grazie agli studi familiari ed alle nuove metodologie di studio del genoma umano, si sono evidenziati negli ultimi anni ulteriori fattori genetici predisponenti. Inoltre sono presupposti, almeno in alcuni casi, fattori ambientali scatenanti. Oltre alle informazioni sulla predisposizione genetica, negli ultimi anni vi sono state anche nuove acquisizioni sia sulla loro fisiopatologia, che nella clinica, con progressi ottenuti nelle metodologie diagnostiche, valutative e terapeutiche. L'esordio può avvenire sia in età pediatrica, che avanzata, ma preferenzialmente tra la 2^ e 4^ decade. La loro prevalenza è variabile nelle differenti popolazioni, anche in relazione alla diversa prevalenza dei fattori genetici, in particolare dell'antigene HLA B27: nella popolazione europea si aggira tra lo 0.5 e l'1.5%. La diagnosi per lo più si basa sulla presenza di sintomi e segni clinici, sui reperti ottenibili con le tecniche di imaging e sui dati di laboratorio.

Recentemente, anche grazie alle nuove metodologie diagnostiche, la Assessment of Spondylo Arthritis international Society - ASAS ha proposto nuovi criteri classificativi permettendo una definizione della patologia molto più precocemente che nel passato.
gloriasj@unipr.it

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