Torna a suonare la chitarrina del cinquecento

Alessandra Iadicicco

Comiença la musica para guitarra!, esultava Miguel de Fuellana prima di stringere a sé il piccolo strumento curvilineo e aprire le danze. Correva l'anno 1554 quando, a Siviglia, con un galante invito alla musica, con elegante intavolatura stampata e pubblicata, il compositore spagnolo redigeva il più antico documento della letteratura chitarristica. Sua compagna, in quel debutto, era la chitarrina, la chitarra bambina: la parente più piccina e lontana, del classico strumento che, cresciuto nelle curve e nelle corde, avrebbe toccato la sua piena maturità nell'Ottocento. Giovane e snella, però, era agilissima: così ce la mostrano le melodie che, disegnate in neanche un trentennio (la più recente dopo gli esordi ufficiali data 1570), eseguite da Massimo Lonardi (un maestro del repertorio rinascimentale), la vedono guizzare dalla penisola iberica attraverso Italia, Francia, Germania fin su in Inghilterra.

Con appena quattro corde - una singola e tre doppie - danzava a corte o tra villani e villanelle, inventava ricercari e fantasie, variava cantabili motivi popolareschi e ripeteva complesse polifonie vocali: strette ad arte nei limiti stringatissimi della sua accordatura, intonate con vocetta vivace e sottile e con la freschezza di una giovinetta al suo primo ballo.

Massimo Lonardi Comiença la musica para guitarra, Stradivarius

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