«Torno al Ferraris per far bella figura»

Dallo stadio di Torino si ritorna, dopo la «caduta degli dei» (blucerchiati), a Marassi. Domenica ecco il Bari ed ecco anche il ritorno di un vero sampdoriano, con i colori blucerchiati ancora nel cuore: Giampiero Ventura. Tanti anni nella Sampdoria, dalle giovanili alla prima squadra.
Ventura il 5 a 1 può condizionare psicologicamente la Samp e quindi favorirvi?
«Non direi. Questi risultati altisonanti nel calcio accadono spesso. La Samp è formazione molto forte che sa giocare: non per niente fino a ieri si diceva che Samp e il... mio Bari erano quelle che giocavano il miglior calcio».
Lei arriva a Marassi. Il suo obiettivo?
«Giocar bene. A noi il risultato interessa relativamente, siamo una squadra giovane. Miriamo a rimanere in serie A. Certo fa piacere vincere».
Della Samp che cosa teme di più?
«Certamente l’impostazione tecnico tattica: Del Neri è un signor tecnico. Poi c’è Cassano, c’è Pazzini, insomma ci sono tanti protagonisti».
Dopo la sberla di Torino, come reagiranno i blucerchiati?
«Saranno arrabbiati, con la voglia di riscatto».
Lei avrà qualche modulo particolare?
«Proprio no, giochiamo con entusiasmo, certo con un qual ordine tattico, ma ripeto, i miei sono ragazzi giovani che vogliono maturare».
Avete molti «genoani» in squadra.
«Da questo punto di vista sarà un... derby interessante: Ranocchia, Greco, Bonucci, Maggiorini, tutti di estrazione rossoblù».
Che ne pensa, Ventura, degli arbitri? Sono bravi o vivono di sudditanza psicologica?
«La sudditanza psicologica c’è in tutti noi. Collina ha preparato una manciata di arbitri giovani, hanno bisogno di fare esperienza. Tutto qui».
Ma allora questo duo Cassano-Pazzini vale il duo Vialli e Mancini?
«Sono difficili i paragoni in epoche diverse, certo fra i due c’è un feeling notevole, Pazzini segna perché Cassano gli fa assist splendidi».
Che proverà a tornerà come, oggi, uno degli allenatori migliori del momento calcistico italiano?
«Sono semplicemente contento.

Io rimasi alla Samp, prima squadra, solo per un grande affetto, fu una scelta di cuore. Ma avevo tutta Italia che mi cercava... Oggi sono contento di ritornare a giocare del buon calcio, quello che penso faranno vedere blucerchiati e baresi».

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