Vancouver - La tragedia irrompe ai Giochi nel giorno dedicato alle emozioni senza adrenalina della cerimonia d'apertura. Sulle piste di Whistler muore un giovane atleta georgiano dello slittino, Nodar Kumaritashvili. Fatale un volo fuori dal budello ghiacciato durante le prove alla vigilia dell'esordio delle gare, e il conseguente impatto violentissimo contro un palo metallico. Il giovane atleta, 21 anni compiuti lo scorso novembre, ha perso il controllo dello slittino, schizzando fuori dalla traiettoria a 150 km l'ora.
Il dramma si è consumato in pochi istanti: il suo corpo è sbalzato via, e la corse folle è finita su uno dei pali che costeggiano il tracciato ghiacciato sede delle prove olimpiche di slittino, bob e skeleton. La testa già reclinata, il volto insanguinato e le gambe inerti hanno fatto subito temere il peggio: a Kumaritashvili è stato praticato il massaggio cardiaco, ma non c'é stato niente da fare.
Le prove dello slittino (qualche problema c'era stato persino per l'esperto campionissimo azzurro Armin Zoeggeler) sono state interrotte e tutti i tecnici si sono riuniti con i vertici della federazione internazionale: è anche partita un'inchiesta per capire la pericolosità di questo tracciato in cui si riescono a raggiungere fino a 154 km l'ora. Missili umani.
Il georgiano era giovane, con poca esperienza a livello internazionale e aveva chiuso al 55/o posto la coppa del mondo della passata stagione.
Sui Giochi torna così il sangue, diverso nella motivazione rispetto a certi drammi del passato ma ugualmente tragico. A Monaco, nel 1972, il sangue piombò sulla rassegna estiva con il massacro degli israeliani, vittime di un agguato organizzato da guerriglieri palestinesi. Era un atto di terrorismo che veniva da lontano e che trovò sul palco dei Giochi il miglior scenario e la maggiore efficacia. Ma non mancano purtroppo tragedie legate alle competizioni sportive nel passato olimpico invernale: nel 1992 ad Albertville morì lo sciatore Nicolas Bochatay, gareggiava in libera. Nel 1964 a Innsbruck, in Austria, morì l'altro sciatore australiano Ross Milne, 19 anni, e in prova perse la vita uno slittinista britannico, Kazimierz Kay-Skrzypeski.
Tragedie come quella che ha gettato un'ombra su Vancouver, risvegliatasi con il sorriso dei giorni di festa. E invece la morte ha tolto la gioia non solo alla città dei "cuori ardenti", ma a tutto il mondo olimpico: e chissà se potrà tornare.
"Questo è un giorno molto brutto, non ho parole per esprimere quello che sento": è il commento del presidente del Comitato olimpico internazionale, Jacques Rogge. In una conferenza stampa organizzata a Vancouver poche ore prima della cerimonia inaugurale dei Giochi, Rogge ha detto: "Abbiamo contattato il Comitato olimpico georgiano e il presidente della Georgia. Per lo spirito olimpico è una tragedia che lascia il segno, un ragazzo di 20 anni che coronava il suo sogno di essere alle Olimpiadi. Non ho parole per dire come mi sento".
La Georgia ha sfilato alla cerimonia di apertura con la bandiera a mezz'asta e un nastro nero in segno di lutto per la morta di Nodar Kumaritashvili. "I nostri sportivi e i nostri atleti hanno deciso di essere fedeli allo spirito dei Giochi olimpici, gareggeranno e dedicheranno i loro sforzi al loro compagno caduto", ha detto il ministro georgiano dello Sport, Rurua. "Durante le Olimpiadi estive del 2008 (a Pechino) la Georgia fu invasa dalla Russia, ma nonostante questo la squadra rimase e vinse diverse medaglie", ha ricordato.
Il ministro ha chiesto altresì una scrupolosa indagine sull'incidente e sulla pista, ed ha confutato le affermazioni secondo cui lo slittinista avrebbe commesso un errore dovuto a inesperienza, spiegando che era cresciuto nella stazione di sport invernali di Bakuriani. "Le speculazioni sulla sua esperienza appaiono irriguardose e fuorvianti, durante le prove di ieri aveva ottenuto l'undicesimo posto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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