Tre petali di rose autunnali

Q uella che sta per finire è stata l'estate dei rosati. Sì, quei vini considerati fino a qualche anno fa né carne né pesce (o forse né da carne né da pesce) e ai quali è invece riconosciuta oggi una precisa identità.

Settembre è perfetto per gustare ancora un rosato. Ve ne segnaliamo tre da tre differenti regioni italiane.

L'Abruzzo è una delle regioni più vocate per questa tipologia. difficile sceglierne uno soltanto. Non si sbaglia però acquistando una bottiglia di Piè delle Vigne di Cataldi Madonna, un Cerasuolo d'Abruzzo ottenuto dalla vinificazione in bianco (85 per cento) e in rosso (15 per cento) di Montepulciano d'Abruzzo. A esso si applica la tecnica tradizionale abruzzese della «svacata»: parte dell'uva viene macerata per 4-5 giorni e poi aggiunta al resto del mosto. Un metodo che accresce la longevità del vino, che resta un anno in bottiglia. Corposo e profumato, decisamente un grande della categoria.

Risaliamo la penisola e issiamoci in Alto Adige, altra terra decisamente pink. Qui scegliamo un rosato da dessert, il Moscato Rosa prodotto sul lago di Caldaro da Kaltern. Un vino che fermenta sulle bucce con macerazione di una settimana a temperatura controllata di 18 gradi e affina per quattro mesi sulle fecce fini in vasche d'acciaio. Si accompagna a una crostata fatta con frutta di stagione o a uno strudel di mele.

Riscendiamo e andiamo in Calabria, a Malvito, nell'entroterra cosentino.

Qui l'azienda Tenute Pacelli - a conduzione familiare e quasi interamente femminile - stupisce con il Malvarosa, da uve Magliocco dolce (70 per cento) e Merlot 30). Un vino biologico, che fa 13 gradi, ha un magnifico colore buccia di cipolla e piacevoli sentori di ciliegie e frutti rossi. Il sapore è armonioso e lievemente sapido, decisamente soddisfacente.

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