Tregua a Gaza: accordo tra Israele e Hamas

L’intesa, che avrà una durata di sei mesi, prevede una seconda fase di trattative. Obiettivo: la liberazione di Gilad Shalit, il soldato rapito due anni fa

Tregua fra Israele ed Hamas nella striscia di Gaza, salvo sorprese. Gli egiziani che da tempo fanno da mediatori fra i due contendenti giurano che l’accordo è raggiunto. Sami Abi Zuhiri, portavoce di Hamas ha confermato che gli integralisti sono pronti rispettare il patto «dall’ora zero», ovvero dalle 6 del mattino di giovedì. La tregua durerà sei mesi. Gli israeliani sono cauti, ma il loro negoziatore Amos Gilad è volato al Cairo. Il ministro della Difesa Ehud Barak ha dichiarato che «è troppo presto per annunciare la tregua». Più duro il vicepremier Haim Ramon, che si oppone alla tregua definendola «un'altra vittoria del radicalismo islamico». Secondo Ramon il movimento palestinese vuole un accordo «per avere l'opportunità di presentare Gaza come lo stato di Hamas».
La tregua entrerà in vigore se entro giovedì la tensione scenderà, dopo gli ultimi attacchi mirati degli israeliani di ieri contro miltanti palestinesi. Alle 6 del mattino di giovedì scatterà la prima fase di «mutua e simultanea calma». Dopo tre giorni di completa cessazione delle ostilità gli israeliani cominceranno gradualmente a far filtrare beni di prima necessità bloccati dall’embargo. I valichi prescelti sono quelli di Karni e Sufa. Il flusso dovrà raggiungere almeno il 30% del livello precedente al golpe militare di Hamas contro i rivali palestinesi di Fatah dello giugno scorso.
La seconda fase della tregua sarà più delicata. Hamas deve liberare il soldato israeliano Gilad Shalit rapito due anni fa. Ma lo scambio è ancora tutto da organizzare. Come dimostra il fatto che ieri gli israeliani non hanno fatto tacere le armi. Sei palestinesi sono rimasti uccisi e l’obiettivo più importante si trovava a bordo di un fuoristrada centrato dall’aviazione nella striscia. Si tratta di Muataz Durmush, il numero due dell’Esercito dell’Islam, fazione oltranzista legata ad Al Qaida. Il suo fratellastro Mumtaz è considerato il comandante del gruppo terrorista, coinvolto nel rapimento di Shalit. Dopo la consegna dell’ostaggio gli israeliani riapriranno il valico di Rafah fra la striscia e la penisola del Sinai. Il valico è controllato da agenti europei sotto comando italiano. Per bloccare il traffico di armi dovrà impegnarsi l’Egitto che ha negoziato la tregua. «L'importante sono i fatti» ha commentato Mark Regev, portavoce del governo israeliano che preferisce parlare di «cessate il fuoco».
La notizia della tregua coincide con il «disgelo» fra Siria ed Israele. Il 13 luglio a Parigi, in occasione di un summit fra i paesi del Mediterraneo, il presidente siriano Bashar al Assad siederà allo stesso tavolo del capo di stato israeliano Shimon Peres.

Lo ha annunciato il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner. Dopo otto anni di gelo i contatti fra siriani ed israeliani sono ripresi grazie alla Turchia. Il premier israeliano, Ehud Olmert sarebbe pronto ad incontrare il leader siriano.

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