«Tribute band», i copioni che piacciono

Sono stati definiti senza tanti complimenti copioni. Copioni, beninteso, che piacciono. E parecchio. Visto che da un po’ di tempo a questa aprte riempiono le programmazioni di moltissimi locali di Milano e provincia (e non solo...). Stiamo parlando delle «tribute band». Gruppi, cioè, che rendono omaggio a un cantautore, a una rockstar o a una band e che ultimamente stanno vivendo una stagione di inattesa popolarità.
Il pubblico sembra infatti gradire e ai raduni delle «tribute band» i fan accorrono sempre più numerosi, anche in considerazione del fatto che il «surrogato sonoro» è godibile. Ovvio che per evocare musicisti famosi, qualsiasi «tribute band» degna di questo nome deve impegnarsi a fondo in uno studio accurato delle performance dal vivo degli originali da imitare.
Inutile sottolineare, poi, come al centro degli omaggi ci sia di tutto e di più. Anche se gli stranieri riscuotono più consensi rispetto agli italiani. È sufficiente dare un'occhiata ai concerti del fine settimana del Thunder Road, il rock club di Codevilla, in provincia di Pavia, uno dei templi lombardi del genere. Domani sera (con inizio alle 22, ingresso 5 euro), per esempio, si alterneranno sul palco gli Hammer Of The Gods e i Purple Sucker'Ranfa.


I primi, un affiatato quartetto pavese, ripropongono un repertorio tratto dai primi quattro album dei «mostri sacri» Led Zeppelin di Robert Plant e soci; mentre, i secondi - cinque apprezzatissimi professionisti del metal con base a Firenze - si dilettano a «coverizzare» i classici degli eterni (e tuttora «on the road») Deep Purple. Avanti, si copia. Ma con classe.

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