Ah, che nostalgia, tintarella di luna, tintarella color latte, tutta notte sopra il tetto, sopra il tetto come i gatti…
Invece oggi due palle e zero fantasia. Il più furbo, ramo hit estive italiane, è Jovanotti, con L'estate addosso , che dal terzomondismo è passato a «la protezione zero spalmata sopra il cuore» (ma che schifo) perché è «vietato non innamorarsi ancora / saluti dallo spazio / le fragole maturano anche qua». Almeno una volta si cantava «Ma 'ndo vai se la banana non ce l'hai?», le fragole nello spazio non so dove le metti.
Non è che le canzoni inglesi siano meglio, ma almeno non si capiscono, infatti se piacciono è meglio non tradurle. J-Ax è in testa col solito rap, contende il primo posto a Jovanotti, perché ha ancora meno testa, per cui il testo di Maria Salvador fa così: «Scendo, moka, radio, (canna) / Salgo, denti, doccia, barba / leggo l'iPhone sulla tazza. / Vendi, compra, Dow Jones, Nasdaq / paga, tassa, broker, banca / tanta, gloria, quanta, ansia / stacco, basta, sbatta, (canna)». Il significato è che se ti fai troppe canne alla fine parli e pensi così, e considerate che il gorilla Koko usa un lessico di ottocento parole e coniuga i verbi. Da notare che Nasdaq fa fico, non sanno neppure cos'è, ma lo stesso Jovanotti dominò l'estate del 2002 con: «Il Nasdaq che crolla, il petrolio che sale / la borsa che scende, la borsa che sale», un economista.
Un'altra hit è Buon viaggio di Cesare Cremonini, il solito refrain del chi si accontenta gode, per cui: «Buon viaggio / Che sia un'andata o un ritorno / Che sia una vita o solo un giorno / Che sia per sempre o un secondo / L'incanto sarà godersi un po' la strada / Amore mio comunque vada / Fai le valigie / E chiudi le luci di casa». Direi di controllare il gas, soprattutto, e comunque ho il sospetto che ci sia anche qui di mezzo una canna, perché un viaggio in un secondo non so che viaggio fai e questi delle canzoni in realtà non si spostano mai, perché: «chi ha detto che quello che cerchiamo / non è sul palmo di una mano / e che le stelle puoi guardarle / solo da lontano». Macché, altro che canne, le stelle nella mano? Ci vogliono le metanfetamine.
E non bastano neppure quelle per i Negramaro, la canzone per la donna amata è Sei tu la mia città e fa così: «La strada si aggroviglia nei tuoi capelli / i lampioni che esplodono come fanali nei tuoi occhi / hai il cuore che sa di asfalto e di preghiere / e le macchine ti attraversano senza più guardare / e sciogliti i capelli nel fango solo se ci riesci / riallacciami i tuoi dubbi alle scarpe / se poi tu non mi credi / se non mi credi». Una città di merda, sarà Calcutta, mica New York. Comunque anche loro devono avere un pusher niente male.
Marco Mengoni invece al suo amore canta che Io ti aspetto e è lì che la aspetta: «Coi sogni piegati in valigia/ Mischiati ai vestiti da scena/ Tu che non hai più niente di noi/ Tu che mi dai assenza e non lo sai/ Che gli occhi si abituano a tutto/ E i piedi si alzano in volo». Io non lo so, ma uno che mi dice che ha i sogni piegati in valigia e i piedi che si alzano in volo lo lascerei subito o gli direi: «Fammi vedere e lanciati dal balcone», fatto sta che il senso è sempre il viaggio da fermi, il poverismo del chi si accontenta gode, o l'abuso di sostanze allucinogene.
Per Emma Marrone ho avuto una piccola cotta, lo confesso, ho guardato tutta la stagione di Amici di Maria De Filippi solo per vedere lei e girandomi dall'altra parte quando appariva Loredana Berté perché mi fa paura e poi ho gli incubi, e però pure Emma con chi si mette? Lei ha Occhi profondi e ecco cosa vede: «Ti ho visto odiare l'amore / fare la guerra alle stelle / sognare senza pudore finalmente / poi dormire / io ti ho coperto le spalle / scoprendo tutto il mio cuore / ma un sogno non si può rifare». Ha fatto la guerra alle stelle, questo qui, sempre queste stelle, a meno che non sia Capitan Harlock o Luke Skywalker. Lei però gli ha scoperto il cuore (senza spalmarlo con la protezione zero di Jovanotti) e è rimasta fregata, ben le sta, e in ogni caso non si schiodano da dove sono, mai.
Allora, scusate, quanto era meglio Soli di Adriano Celentano, dove gli innamorati si chiudevano in casa e chi s'è visto s'è visto, una bugia coi tuoi, il frigo pieno e poi un calcio alla tv, solo io solo tu, mentre «il telefono è volato fuori giù dal quarto piano».
Sebbene io mi sia chiesto sempre: e se poi ti viene voglia di guardare la tv, c'era bisogno di prenderla a calci? E chi sarà quel poveraccio che si è beccato il telefono in testa lanciato dal quarto piano da questi due imbecilli? Lui sì che meriterebbe una canzone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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