Tronchetti lascia la Scala Gli Arcimboldi al Comune

Le dimissioni nella serata di ieri. Pirelli rimane socio della Fondazione

Tronchetti lascia la Scala Gli Arcimboldi  al Comune

Sabrina Cottone

da Milano

Gli Arcimboldi diventano (almeno a tempo) un teatro a gestione comunale. E alla decisione, presa tra aperte contestazioni durante il consiglio d’amministrazione della Fondazione Scala, segue l’annuncio delle dimissioni di Marco Tronchetti Provera. L’intenzione è di mantenere l’impegno di Pirelli come socio della Fondazione, ma nominando un delegato al posto dell’imprenditore: l’investimento economico insomma non verrebbe meno, ma è evidente la grande differenza di immagine e di coinvolgimento nell’avventura Scala. Non è escluso che si preparino nuovi scossoni ai vertici del teatro, anche perché il cda è in scadenza a novembre e sono possibili dimissioni anticipate che consentano un rinnovo dei vertici in grado di gestire al meglio (e per tempo) la scadenza della prima del 7 dicembre.
Il presidente della Pirelli, membro del cda Scala, non ha nascosto le perplessità sulla scelta di affidare direttamente al Comune la gestione del teatro nato come “sostituto” della Scala durante i due anni del restauro del Piermarini. Tronchetti (come altri membri del cda) avrebbe preferito una soluzione più chiara e definita, della quale pure si era discusso, che consentisse di nominare un sovrintendente illustre e di garanzia, un personaggio di alto profilo che potesse dialogare con il sovrintendente della Scala, Stephane Lissner, e assicurare stabilità di gestione e un cartellone di livello. Si era anche fatto il nome di Paolo Arcà, ex direttore artistico della Scala e attualmente direttore artistico del Carlo Felice di Genova, che sembrava rispondere perfettamente all’identikit.
Alla fine dal Cda di ieri è però prevalsa emersa la soluzione pubblica, che affida all’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Stefano Zecchi, la responsabilità del teatro almeno per un anno, quando sarà pronto lo statuto della Fondazione Arcimboldi. «Il Comune è proprietario del teatro e ha il dovere di occuparsi della gestione» spiega Zecchi. Il progetto è nominare un manager culturale, assunto con un contratto a progetto, che coordini il lavoro delle fondazioni che sono state chiamate a collaborare al cartellone.

In prima fila naturalmente la Scala, poi il Piccolo Teatro, il Pierlombardo, la Verdi e i Pomeriggi musicali, tutte istituzioni di primo piano del mondo musicale milanese. Ma rimangono grandi incognite sulle garanzie di gestione del teatro.

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