Ferruccio Repetti
«Lo giuro: mi piace tanto, ma tanto, che ne mangerei fino a scoppiare!» fa Andrea, 19 anni, stazza mezzoforte regolare e due ganasce che neanche i politici di Tangentopoli... «Esagerato! Mi sa che sbulacca» replicano i giudici del Nutella Game che non vogliono iscriverlo alla gara in base a queste referenze. Poi, di fronte allinsistenza, si piegano: «Vediamo se è come dice». Seguono sorrisi di sufficienza. Anche perché la concorrenza è spietata: alla competizione in programma a Voltaggio - mandar giù più Nutella degli altri, e più velocemente possibile - sono iscritti fior di stomaci corazzati, gente che ingurgita antipasto, tre primi, due secondi, frutta, dolce, caffè e ammazzacaffè con la disinvoltura con cui uno normale arriva a deglutire cornetto e cappuccino. E ora cè questo che dice che ne mangia tanta fino a scoppiare. «Allora, dagliela». E giù altre risate. Si parte, i concorrenti (a digiuno fisiologico nelle 24 ore precedenti) si lanciano sui barattoli di cremosa delizia. Slurp, slurp: è lunico suono che si avverte, il pubblico trattiene il fiato. Il «primo giro» si chiude alla pari, il secondo è già più selettivo, il terzo poi - siamo a tre chili di Nutella, col sole a picco e il piloro che comincia a sussultare - dimostra che la classe non è acqua. Qualcuno crolla, la bocca impastata, gli occhi fuori dalle orbite: «Eppure mero preparato bene, due vasetti al giorno, prima dei pasti principali». Sopravvivono solo i peggiori. Come Andrea. Che se la gioca con una specie di energumeno. La vittoria è a portata di lingua. E invece... È un attimo: la crema non va più giù, non è più buona come prima, «anzi - sibila Andrea, pallidissimo - ora mi fa schi...». Neanche il tempo di finire: lepiglottide dà il dietrofront, il contrordine si estende a mitraglia. «Ma quello soffoca, scoppia!» urlano i giudici.
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