Nullatenenti e spiantati che si dichiarano titolari di grosse società e vogliono assumere una ventina di operai; extracomunitari residenti in 30 metri quadrati che hanno bisogno di dieci domestici.
Che la sanatoria per colf e badanti a Milano - la provincia italiana dove sono state inoltrate il maggior numero d’istanze per la richiesta di emersione dal lavoro clandestino, 43.505 - si sia rivelata un flop non è una novità. I conti della prefettura parlano di 34mila pratiche esaminate (con esito positivo nel 90 per cento dei casi) e 9mila che restano ancora da smaltire.
Una situazione aggravata dal fatto che il sistema telematico, previo pagamento di 500 euro all’Inps, dava l’opportunità d’inoltrare la richiesta di emersione anche a datori di lavoro completamente privi dei requisiti di legge, permettendo ai truffatori di approfittarne e di presentare un numero di domande superiori a quello previsto che indicava al massimo un collaboratore familiare e due badanti per ciascun richiedente.
Il risultato è che di questi truffatori ne sono emersi parecchi, come dimostrano le recenti indagini delle forze dell’ordine. Che oltre a vere e proprie bande di delinquenti - come le sei persone finite in manette per associazione a delinquere e appartenenti a una nota onlus milanese, il «Pinoy club» - devono controllare le credenziali di migliaia di singoli finti datori di lavoro arricchitisi proprio grazie a questo business illecito ma molto fiorente.
L'imprenditore / Un egiziano ha 60 domestici per due stanze
L'incensurato / Il milanese disoccupato che ha assunto 23 persone
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