Qualcuno da casa si stava chiedendo se la colpa fosse della propria tv. O di un problema con i microfoni. Poi, dopo qualche secondo a cercare di risolvere il dilemma, ecco che tutto si spiega: quell'audio claudicante di Piero Sansonetti in diretta era dovuto al suo cellulare, tenuto nel taschino della giacca, che squillando interferiva col microfono. Da qui, il simpatico siparietto tra il direttore del Riformista e Nicola Porro.
In studio si parla di spoil system e delle vibranti proteste della sinistra per la decisione del governo Meloni di silurare prima Nicola Magrini dell'Aifa e poi Giovanni Legnini da commissario al terremoto nel centro Italia. Due sostituzioni che per Fratelli d'Italia sono "naturali", come spiegato in diretta da Giovanni Donzelli, e che permetteranno all'esecutivo di meglio raggiungere gli scopi per cui è stato votato dagli elettori. Per Piero Sansonetti invece sono sproporzionate. "Oggi ho letto una risposta del direttore del Corriere della Sera ad un lettore che poneva la questione in modo giusto - dice il direttore del Riformista - lo spoil system non può essere un obbligo, ma la questione deve essere sulle competenze". Qualcosa però non funziona. L'audio è disturbato e Porro interrompe il ragionamento: "Spegni il cellulare che ti sta suonando". Sansonetti lo tira fuori dalla giacca, ma non basta. Così il conduttore interviene e lo sottrae al collega: "Porro mi ha sequestrato il cellulare - scherza il direttore - C'è stato un provvedimento giudiziario di Porro nei miei confronti".
La puntata ha poi seguito il suo corso. Non solo spoil system. Prima l'intervista esclusiva all'avvocato di Eva Kaili, ancora detenuta in carcere a Bruxelles e costretta a vedere la figlia dietro le sbarre. Poi il caso Covid, con il rialzo dei contagi in Cina e la decisione del governo di sottoporre a tampone chi viene da Pechino, con lo scontro al vetriolo tra Daniele Capezzone e Michele Gubitosa.
E ancora l'analisi sulle proteste degli attivisti del clima di Ultima Generazione, che sporcano il palazzo del Senato, bloccano le strade e i grandi raccordi anulari, chiedendo la fine del carbone, del gas e del petrolio in nome della lotta al cambiamento climatico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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