"Li ho ancora con me". Bocchino svela gli sms e annienta così Travaglio

"Sono lo stesso che chiamasti per chiedere la cortesia di farti togliere le cause che ti aveva fatto Alfredo Romeo". Nello scontro tra i due direttori anche le intercettazioni e la prescrizione: "Benvenuto nel club ‘a mia insaputa’"

"Li ho ancora con me". Bocchino svela gli sms e annienta così Travaglio

Scontro al calor bianco tra Marco Travaglio e Italo Bocchino sul tema delle intercettazioni e della prescrizione. I due, ospiti di Otto e mezzo, hanno dato vita a un vivace dibattito partito dal tema delle intercettazioni a seguito della cattura di Matteo Messina Denaro. Il direttore de Il Fatto quotidiano e quello de Il Secolo d'Italia si sono accesi quando Travaglio ha punzecchiato Italo Bocchino su Alfredo Romeo, rinviato a giudizio per traffico d’influenze proprio insieme all'ex parlamentare.

A seguito del botta e risposta tra i due, Italo Bocchino ha affondato il colpo con una mossa da maestro contro Marco Travaglio: "Sono lo stesso che chiamasti per chiedere la cortesia di farti togliere le cause che ti aveva fatto Alfredo Romeo. E che ti sarebbero costate molto". Seguendo la logica del "negare, negare, sempre negare", ovviamente il direttore de Il fatto ha tentato di smentire il collega de Il secondo l'Italia, ma con scarso risultato: "Marco, ho ancora i tuoi messaggi di ringraziamento...". Ovviamente, per rispetto e per tutela della privacy, Bocchino non ha mostrato i messaggi. Ma che questi ci siano lo dimostra lo svicolamento successivo di Travaglio.

Il discorso si è poi spostato sul ministro della Giustizia Carlo Nordio sulle sue dichiarazioni in merito alle intercettazioni e Marco Travaglio, forse ancora scosso da quanto accaduto in precedenza, ha tentato di vincere almeno questo duello. Inutilmente."Questo non è neanche un ministro, è una macchietta. A Natale ha detto che i mafiosi non parlano al telefono, poi i carabinieri del Ros arrestano Matteo Messina Denaro e ribadiscono che senza le intercettazioni sarebbe ancora latitante", ha detto Marco Travaglio, che non pago ha aggiunto: "Ogni volta che mette una toppa fa un buco. In un Paese serio non farebbe niente, starebbe in pensione, felici e contenti che non faccia più il magistrato".

Italo Bocchino ha replicato facendo leva sul ministro che ricopriva il ruolo di Carlo Nordio quando a Palazzo Chigi c'era il governo di Giuseppe Conte, sostenuto a tambur battente da Il Fatto quotidiano: "Io invece mi sento rassicurato che un magistrato di alto valore come Nordio sia ministro. Marco era rassicurato da Bonafede alla Giustizia, uno noto come Fofò dj, con un curriculum da dj". L'ex parlamentare del centrodestra ha, quindi, sottolineato come l'esecutivo di Giorgia Meloni stia lavorando a testa bassa per migliorare l'Italia. La discussione poteva finire qui e invece poco dopo Marco Travaglio ha dato il via a una seconda tornata di stoccate con Italo Bocchino.

"Ho applaudito Bonafede sul blocco della prescrizione perché è una cosa giusta. Affermare che le intercettazioni si toccano per evitare gli abusi è falso, gli abusi sono già punibili secondo legge", ha dichiarato il direttore de Il Fatto quotidiano, che rivolgendosi all'ex parlamentare ha aggiunto: "Nel 2010 ti sei opposto alle idee di Berlusconi sulla giustizia fino a consumare la scissione nel Pdl, ma sono le stesse riproposte oggi da Nordio. Io canto sempre la stessa musica, te l’hai cambiata".

Ma Italo Bocchino, a quel punto, tira la stoccata decisiva: "La prescrizione è uno degli elementi fondanti della civiltà giuridica… Io non l’ho mai chiesta, te invece sì. Sei stato prescritto".

Punto sul vivo, Travaglio è costretto a giustificarsi: "L’ha chiesta una volta l’avvocato de L’Espresso e io non lo sapevo". A quel punto, Italo Bocchino ha chiuso il confronto in modo definitivo: "Benvenuto nel club ‘a mia insaputa".

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