Uccide la moglie con 40 coltellate «Non ricordo nulla, arrestatemi»

«Sono stato colto da un senso di disorientamento, negli ultimi tempi mi capita spesso. Per questo non c’è un motivo preciso per quello che ho fatto, non esiste una ragione... Anzi: non ricordo nulla dell’episodio, ho un vuoto di memoria totale di almeno mezz’ora. All’improvviso mi sono trovato davanti mio padre, che vive con mamma nell’appartamento sopra il mio e che, avendo sentito dei rumori, era sceso a controllare se era successo qualcosa. Solo in quel momento ho notato il cadavere di mia moglie a terra, in mezzo al sangue, nel corridoio. E, accompagnato da mio padre, sono venuto a costituirmi».
Tranquillo, rassegnato nel suo forte disagio psichico, ieri mattina Mauro Rozza - 42 anni, fisico e viso da attore, campione italiano di body building nel 1996 e personal trainer a Miami dal 2000 fino a un mese fa - ha confessato senza fare scenate il suo crimine al commissariato «Villa San Giovanni», poco lontano dalla sua abitazione, un appartamento in un bello stabile piastrellato di verde e dalle inferriate rosse in via Bolama, una traversa in fondo a viale Monza, a due passi dal comune di Sesto San Giovanni. Rozza ieri mattina intorno alle 9.30 ha ucciso infatti la moglie Maria Casamassima, coetanea, con una quarantina di coltellate usando un coltello da cucina ritrovato poi nell’appartamento. In preda a quello che gli investigatori definiscono un vero e proprio raptus e, come tale, immotivato.
Un raptus del quale non si sa nulla perché Rozza - in cura da qualche tempo alla clinica psichiatrica «Villa Turro» - al momento non ricorda assolutamente niente: alla polizia ieri mattina non ha saputo dire con precisione nemmeno quando si fosse sposato o che lavoro svolgesse la moglie negli Usa. Il giovane uomo, che dimostra almeno una decina di anni in meno rispetto alla sua età anagrafica, secondo indiscrezioni aveva voluto lasciare gli Stati Uniti proprio perché non si sentiva bene ed era piombato in un forte stato di depressione. Così era tornato in Italia, deciso a farsi curare qui.
Della sua vita di coppia si sa ben poco. I vicini di casa - un palazzo doppio, con sette piani per stabile, dove Rozza e la moglie vivevano al terzo piano - non hanno mai sentito litigare la coppia. La coppia,- prima di tornare definitivamente dagli Usa, dove risiedeva, fino a un mese fa, trascorreva a Milano soltanto qualche settimana all’anno in occasione delle feste natalizie.
«Era una coppia affiatata, discreta - spiega un’inquilina -. Mai grida, nessun rumore, se capitava d’incontrarli erano sempre molto gentili. Qui nessuno sapeva niente dei disturbi psichici di lui».
Una famiglia apparentemente perfetta, senza problemi, sotto ogni punto di vista. Anche economicamente i Rozza si possono dire piuttosto benestanti: nello stabile di via Bolama il padre, signor Sergio, un imprenditore, oltre al suo e a quello del figlio, possiede anche un altro appartamento.


Dopo la confessione e l’interrogatorio da parte del pm Giancarla Serafini, Mauro Rozza è stato portato al carcere di San Vittore. «Una storia molto triste» hanno commentato gli investigatori. Il magistrato chiederà la convalida dell’arresto oggi. L’udienza di convalida davanti al gip potrebbe tenersi quindi oggi stesso o lunedì.

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