Ucciso con tre colpi di pistola davanti alla porta di casa

Un urlo, forse un grido di paura. E, subito dopo, tre colpi di pistola sparati a bruciapelo, nel buio complice della sera, in una strada deserta. Sono le 19.55 di ieri in via dei Mille 29, a Zivido, frazione e zona residenziale del comune di San Giuliano Milanese. Il corpo che cade a terra è quello di Saverio Luca Verrascina, 38 anni. È un brav’uomo Saverio Luca, ha fatto a lungo l’operaio e adesso manda avanti una piccola ditta di lavori edili a San Giuliano, ha una famiglia e abita proprio lì, al 30 di via dei Mille. È appena tornato dal lavoro e, come ogni sera, ha parcheggiato la macchina, è sceso e sta per avvicinarsi alla sua abitazione quando il suo killer si fa riconoscere, forse lo chiama e, in una manciata di secondi, i due hanno persino un velocissimo scambio di parole a voce alta. Poi l’assassino estrae la pistola, Saverio urla, probabilmente cerca di fuggire, ma i tre colpi che partono dal revolver lo colpiscono da dietro alla schiena, alla bocca e a una gamba. Quando in strada arrivano i suoi familiari, allarmati dal rumore degli spari, per Saverio Luca praticamente non c’è più niente da fare. Non sono passati neanche dieci minuti dal fattaccio che sul posto giungono un’ambulanza e un’automedica, gli operatori del 118 tentano di rianimarlo per oltre una mezz’ora, ma l’uomo muore poco prima delle 21.
Sul posto arrivano i carabinieri della compagnia di San Donato. E, all’inizio, non sanno spiegarsi un omicidio che presenta tutti i contorni di un’esecuzione di stampo mafioso. Saverio Luca, infatti, è un incensurato e, a tutti gli effetti, una persona perbene. Gestiva da solo a san Giuliano, in via Manzoni, la Edil Vs, una piccola ditta di lavori edili e ristrutturazioni, ma aveva lavorato quasi tutta la vita come operaio. In via dei Mille, nella frazione di Zivido, ci abitava con quasi tutta la famiglia: la moglie, il fratello Saverio Daniele e il suocero.
Sul posto gli investigatori non trovano alcun riscontro: nessuno ha visto nulla. La strada, al momento dell’omicidio, era deserta. Si capisce subito che l’assassino ha teso un vero e proprio agguato al povero Saverio Luca, che lo stava aspettando. Una vicina, infatti, conferma di aver sentito un litigio concitato provenire dalla strada e poi - seguito immediatamente dopo dai tre spari - un urlo. L’omicida, però, era già fuggito quando in strada sono arrivate le prime persone.
In via dei Mille arriva un amico del defunto e anche lui viene sentito dai carabinieri. È proprio questo conoscente del povero artigiano a svelare quello che potrebbe essere il movente di un delitto così efferato. L’uomo racconta che Saverio Luca, lunedì pomeriggio, aveva litigato con un pregiudicato della zona, un tipo molto litigioso dal quale è meglio stare lontani. L’artigiano, invece, per ragioni che ancora non si conoscono, era addirittura venuto alle mani con quel poco di buono, arrivando a ferirlo piuttosto seriamente al volto e costringendolo a ricorrere alle cure mediche.

Inutile aggiungere che il ferito, prima di allontanarsi per andare in ospedale, aveva giurato di vendicarsi.
Ieri sera i carabinieri hanno cercato di rintracciare il pregiudicato, ma senza successo. È lui il primo sospettato dell’omicidio del povero Saverio Luca.

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