La Ue: «Finanziaria nella giusta direzione»

Possibile varo di un concordato fiscale per i tributi di comuni e regioni

Gian Battista Bozzo

da Roma

Sulla manovra 2006 «penso che le cose vadano in una buona direzione». Joaquin Almunia firma un’inattesa apertura sui conti pubblici italiani al termine di un breve incontro con Giulio Tremonti, ai margini della riunione Ecofin di Bruxelles. «Ho visto il ministro italiano - riferisce l’eurocommissario - e abbiamo parlato di come si sta sviluppando la discussione sulla Legge finanziaria. All’inizio di gennaio - aggiunge - ci rivedremo per valutare l’impatto delle misure introdotte». Dopo l’incontro di gennaio ci sarà una presentazione pubblica delle conclusioni sull’Italia, «e spero - dice Almunia ai giornalisti - che potremo darvi buone notizie, sia io che il ministro Tremonti».
L’atteggiamento conciliante di Almunia, finora molto occhiuto sull’Italia, fa calare il clima di tensione che ha sempre caratterizzato l’appuntamento col giudizio di Bruxelles. L’apertura del commissario arriva nelle stesse ore in cui, alla commissione Bilancio della Camera, vengono presentati gli emendamenti del relatore Daniela Santanchè (An). Emendamenti che riguardano principalmente gli enti locali, la sanità, le Authority di vigilanza, i controlli sulle spese della pubblica amministrazione. E che, garantisce il viceministro dell’Economia, Giuseppe Vegas, non incidono sui saldi, «anzi in qualche caso li migliorano».
Agli enti locali si concede la possibilità di introdurre un concordato fiscale (riguardante i tributi di pertinenza) per compensare i tagli al Fondo sociale. Idea che suscita le perplessità del sottosegretario all’Economia, Maria Teresa Armosino. Inoltre, in seguito ai rilievi della Corte costituzionale, viene concessa a Comuni e Regioni maggiore discrezionalità sulle voci di bilancio da ridurre. Non più obbligo, dunque, di tagliare le consulenze esterne, le spese di rappresentanza, le auto blu, gli stipendi dei politici. Per raggiungere i risparmi previsti viene inasprito il taglio agli investimenti (fissato al livello del 2004 più il 6,1%).
Le norme del Patto di stabilità interno non varranno per i centri oltre i 5mila abitanti, e i tagli saranno minori per i Comuni con il bilancio in ordine. Viene esteso ai Comuni con più di 20mila abitanti l’obbligo di trasmettere ogni tre mesi alla ragioneria dello Stato il rendiconto di competenza e di cassa. Tutti gli atti di spesa e le consulenze superiori ai 1.000 euro degli Enti locali dovranno essere trasmessi alla Corte dei conti. Se, al primo luglio del 2006, il deficit pubblico sarà più elevato del previsto, i controlli diverranno più stringenti.
Stretta anche sui medici di base e sui pediatri: dovranno trasferire su un circuito informatico almeno il 90% delle prescrizioni di farmaci e di visite specialistiche. Se manca il codice fiscale dell’assistito, la Asl non effettuerà il rimborso. Le altre modifiche prevedono nuovi fondi per le autorità di vigilanza, che avrebbero dovuto autofinanziarsi; l’obbligo di viaggio in classe economica per i dipendenti pubblici che non siano alti dirigenti; l’assunzione dei «lavoratori socialmente utili» di Messina (dove domenica si vota) e di 870 ispettori al ministero del Welfare.


Sull’utilizzo delle risorse «liberate» dal rinvio della riforma del Tfr, nella maggioranza ancora non c’è accordo. Roberto Maroni annuncia che sulla questione si terrà oggi un vertice di maggioranza, in cui la Lega chiederà che i soldi restino al welfare.

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