Ughi (Snai): «L’Aams in ritardo»

Resta sempre di attualità la questione sul gioco a distanza perché l’Aams non ha ancora emesso le norme per contrastare l’accettazione delle scommesse da parte dei punti di commercializzazione. In sede di audizione alla Commissione Finanze della Camera, il presidente di Sicom, Raffaele Palmieri, ne ha chiesto la chiusura e ha preannunciato l’avvio di un contenzioso per il risarcimento dei danni. Ecco i brani principali del suo intervento: «Se i gestori di questi punti avevano potuto operare nel settore del gioco a distanza grazie a una vacatio normativa prima del regolamento emesso il 21 marzo 2006, da questa data svolgono la loro attività in aperta violazione dell’art. 9 del decreto direttoriale perché svolgono compiti e funzioni attribuiti esclusivamente ai titolari delle concessioni. Non solo infatti raccolgono le giocate, ma addirittura pagano le vincite. La proliferazione di questa rete alternativa e illegale, che per ora sembra limitarsi alle scommesse sportive, è supportata anche da alcuni concessionari che, noncuranti dei dettati normativi, hanno creato delle nuove agenzie di fatto incrementando lo stato di diffusa legalità».
Secondo Palmieri si tratta di 10mila esercizi in grado di incidere sul 35% del movimento complessivo, all’incirca 700 milioni di euro nel 2006: «L’esistenza di una rete dedicata esclusivamente alle ricariche genera confusione anche per il riconoscimento formale da parte di Aams dei punti di commercializzazione con utilizzo consentito di marchi, loghi, numeri di concessione, eccetera».
Maurizio Ughi, presidente di Snai SpA, chiama in causa l’Amministrazione dello Stato: «Ci avevano detto a maggio che il regolamento sul gioco a distanza era pronto e sarebbe stato pubblicato nel giro di una settimana. A fine giugno siamo ancora ad attenderlo. È come se Aams fosse paralizzata e non ce la facesse più a correre ai regimi di un anno fa e a stare dietro agli operatori che hanno bisogno urgentemente di norme e supporti informatici. Il gioco su internet non può trasformarsi nel surrogato di un diritto mai pagato. Bisogna avere la certezza che nei punti di commercializzazione non si accettino scommesse ma si aprano solamente conti di gioco e si effettuino ricariche. Tocca all’Aams intervenire quale ente regolare del gioco e delle scommesse per far rispettare la legge Bersani in base alla quale ha suddiviso il territorio in un preciso numero di corner e negozi. La situazione è degenerata. E l’Amministrazione dello Stato non può gettare la spugna o continuare a essere troppo riflessiva perché il tempo va a danno di coloro che hanno pagato fior di soldi per acquisire i punti messi a gara».


Il presidente di Snai SpA ha una ricetta: «I contratti di gioco vanno autorizzati preventivamente da Sogei per evitare che vengano aperti e chiusi di continuo e senza alcun controllo. A sua volta il ministero delle Poste ha tutte le armi per ritirare la licenza a chi usa internet in maniera non legale».

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