«Ultrà scaricati dai nostri club»

Nostro inviato a Firenze

Quasi un paradosso, invece è il segnale di una situazione di non ritorno. Ieri il presidente federale Giancarlo Abete si è sentito rivolgere quasi una supplica da un giornalista britannico presente a Coverciano: «Chiederete all'Uefa di non far venire i tifosi del Manchester United a Roma per la sfida di Champions league?». Era preoccupato per i fans inglesi in trasferta. Ci sono casi in cui non possiamo indietreggiare, gli ha risposto il presidente federale, li inviteremo a venire all'Olimpico, auspico che sia un motivo di conciliazione.
Sono giorni di angoscia per il calcio italiano, ma serve fiducia nella possibilità di cambiare il corso degli eventi: «Ho fiducia, per caratteristica e per dovere del mio ruolo. Siamo stati chiari - ha ricordato Abete - abbiamo deciso all'unanimità di fermare i campionati in questo fine settimana e di convocare un consiglio federale giovedì per sensibilizzare i presidenti sulla nuova situazione e valutare le misure. Per quanto ci riguarda domenica 25 novembre si gioca regolarmente. Saranno poi l'osservatorio e i prefetti a valutare le singole situazioni sulla base dell'ordine pubblico. Per alcuni quel che abbiamo deciso è eccessivo, per altri troppo poco. Ho letto che qualcuno parla di stop di due anni: non c'è una ricetta miracolosa e soprattutto non basta un comportamento per cambiare le cose. Ma in queste situazioni noi che operiamo nello sport dobbiamo essere lucidi».
Su un aspetto il presidente è stato fermo: la necessità di cambiare il rapporto fra club e ultrà. «Modifiche e normative hanno tracciato un confine che impedisce ai club di avere rapporti con gli ultrà. Alcuni di loro sono indagati per estorsione alle società di calcio, nonostante i club lo neghino. Ci sono dei procedimenti penali in corso, in alcune città le procure stanno indagando, questo dà il segnale che i rapporti si stanno incrinando».


Abete ha poi sollecitato i club a rispettare il termine del 1° marzo 2008 per l'introduzione di un sistema di steward negli stadi, ma alla domanda se ormai gli interessi economici abbiamo superato qualsiasi morale nel calcio, il presidente, evidentemente imbarazzato, è riuscito a rispondere senza confermare o smentire: «Ci sono persone che usano la logica del tifo per loro privati aspetti contrattuali», ha detto, ma non era questo il senso della domanda.

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