Sono «risultati impressionanti » quelli che il gruppo Unicredit ha ottenuto nell’area del Centro Est Europa (Cee), dov’è posizionato in maniera molto solida. L’amministratore delegato Federico Ghizzoni, nel corso di un incontro con gli analisti tenuto ieri a Londra, ha indicato le linee per lo sviluppo proprio nei Paesi di cui,nell’era Profumo,egli stesso ha avuto la responsabilità. E il titolo vola in Borsa: più 4,03%.Nei prossimi 5 anni Unicredit ha in programma l’apertura di circa 900 filiali nell’area, con una strategia in controtendenza rispetto all’Europa occidentale. «La penetrazione di filiali nei Paesi Cee è molto bassa e il numero di potenziali clienti per la banca sta crescendo ». Il piano prevede l’avvio di 300 sportelli in Turchia e di 300 in Romania, l’apertura di 120 filiali in Ungheria e di 180 negli altri Paesi, in particolare Russia, Bulgaria e Serbia. Oggi il gruppo Unicredit è posizionato tra i primi cinque attori del mercato in undici paesi dell’Europa Centro Orientale, per asset totali, sportelli, numero di dipendenti e quota di mercato nei depositi bancari. Il gruppo è la prima banca in Croazia, Bosnia Erzegovina e Bulgaria, la seconda in Polonia, la quarta nella Repubblica Ceca e in Serbia, la quinta in Slovacchia, Slovenia, Ucraina (inclusi gli sportelli nell’Azerbaijan), Turchia (inclusi gli sportelli in Khirgizistan) e Kazakhstan. È la sesta banca in Romania, dove appunto si programma una crescita, la nona in Russia e, infine, tra la settima e la decima nei tre Paesi Baltici, Lettonia, Estonia e Lituania. Le attività all’Est, secondo i dati aggiornati a settembre, generano il 56% dell’utile pre tasse del gruppo: «Il Centro Est Europa è il principale contributore del gruppo ha detto Ghizzoni - con risultati positivi in tutti i trimestri».Il 72%dei ricavi dell’area proviene da cinque Paesi: Polonia, Turchia, Russia, Croazia e Repubblica Ceca. La banca «è ben posizionata nei Paesi giusti», caratterizzati da elevate opportunità e da un basso profilo di rischio: «Abbiamo creato una macchina che funziona molto bene, in modo semplice e della quale siamo molto orgogliosi». Quanto ad acquisizioni, «siamo pronti a cogliere opportunità di crescita - ha detto Ghizzoni- : abbiamo liquidità e leverage basso e penso che avremo modo per crescere meglio e più velocemente dei nostri competitor». Non ci sono liste di attività in vendita, «magari in futuro». Esclusa l’uscita dal Kazakhistan, dov’è in corso una fase di ristrutturazione. In termini di rischio, «fragile l’Ucraina», sotto osservazione, oltre al Kazakhistan, Romania e Bulgaria. Quanto ai conti, «siamo abbastanza positivi, perchè il 2010 ha segnato un rimbalzo rispetto al 2009 e penso che il 2011 confermerà questo trend». Escluso un aumento di capitale, confermata la continuità del dividendo. A proposito della crisi, Ghizzoni con gli analisti si è lasciato andare a qualche battuta: «Abbiamo sempre pensato all’Europa Centrale e Orientale come a un’area rischiosa. Ma è più rischioso il Portogallo o la Polonia? La Grecia o la Croazia? L’Italia o la Polonia?». Per poi aggiungere: «Se Tremonti mi sente, mi ammazza!». Dall’Italia, per bocca del direttore generale Roberto Nicastro, sono rimbalzate altre due notizie: il successore di Sergio Ermotti all’area corporate sarà nominato «nelle prossime settimane».
E in Cina è stata autorizzata l’apertura della filiale di Canton, che si affianca a quella di Shanghai, diretta da Maurizio Brentegani, general manager di Unicredit in Cina. A Shanghai sarà aperto anche un ufficio tedesco, da affiancare a quello italiano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.