Urbanistica, per Cerri interdittiva di un anno. Il gip: accusa più grave di tentata concussione

Salvi Barone e Viaroli, nel frattempo trasferiti di ufficio

Urbanistica, per Cerri interdittiva di un anno. Il gip: accusa più grave di tentata concussione
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La misura interdittiva per Marco Cerri e nessuna misura invece per Carla Barone e Andrea Viaroli. È la decisione di ieri del gip Mattia Fiorentini dopo gli interrogatori preventivi, due settimane fa, dei tre indagati in una delle inchieste sull'urbanistica, quella che il 5 marzo scorso ha portato ai domiciliari Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale. Per Cerri il giudice ha disposto la sospensione dalla professione e dai pubblici uffici per un anno e ha anche riqualificato la contestazione di traffico di influenze illecite in tentata concussione.

L'inchiesta è condotta dalla Gdf su delega dell'aggiunto Tiziana Siciliano e dei pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici. Cerri, architetto progettista ed ex componente della Commissione paesaggio, è considerato dagli inquirenti uno degli autori occulti del Salva Milano. Barone e Viaroli, dirigente ed ex dirigente a Palazzo Marino, hanno evitato l'interdittiva, perché nel frattempo hanno cambiato funzione e ufficio. La misura cautelare per Cerri sarebbe stata disposta dal giudice per una imputazione di falso in relazione al progetto immobiliare di via Cecchi. Nel provvedimento viene evidenziata la sua presunta rete di relazioni nell'urbanistica e nell'amministrazione comunale. Per quanto riguarda l'accusa di falso sul progetto di via Anfiteatro, il reato risulta prescritto.

Per il gip, la base del sistema illecito sarebbero proprio i falsi. I presunti falsi nelle «pratiche edilizie», si legge nell'ordinanza, sono «l'alimento stesso del sistema edilizio urbanistico». Ancora: «Senza i falsi» sulla definizione o meno di cortile e sulle nuove costruzioni fatte passare per ristrutturazioni non si potrebbero costruire «edifici abnormi», con progetti privi di «piano attuativo». Il gip ricostruisce anche l'episodio che riqualifica in tentata concussione, in relazione al progetto immobiliare di via Lamarmora nel quale Cerri avrebbe svolto il ruolo di facilitatore. L'architetto, secondo il giudice e come riportato in testimonianze, avrebbe avuto tra l'altro il potere di distribuire gli appalti, ripartendoli tra una cerchia di amici. Quando un architetto a lui sgradito, come nel caso di via Lamarmora, presentò un progetto, dopo che in passato si era rifiutato di versare una tangente - si legge ancora - gli uffici comunali su input di Cerri gli bocciarono la pratica. Cerri avrebbe inoltre incassato un «extra» da pattuire di volta in volta per condizionare l'attività degli uffici a favore di architetti e imprenditori del suo giro. Sempre su via Lamarmora avrebbe tentato di farsi dare una remunerazione da un imprenditore, il quale però affidò l'incarico del progetto a un architetto a lui non vicino.

Per questo Cerri avrebbe ostacolato l'imprenditore sia nei rapporti con gli uffici comunali sia nel finanziamento bancario. La sospensione di Cerri dall'esercizio dei pubblici uffici riguarda tra l'altro lo stop all'incarico di componente della Commissione valutazione impatto ambientale del ministero dell'Ambiente.

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