"Vado e torno da Istanbul in 24 ore. Un tour de force. È la vita del tifoso"

Interista a Sergio Scalpelli, direttore del Centro Brera associazione culturale, nonché grande tifoso interista

"Vado e torno da Istanbul in 24 ore. Un tour de force. È la vita del tifoso"
00:00 00:00

Sergio Scalpelli, è direttore del Centro Brera associazione culturale fondata nel 1973.

Parliamo di Inter.

«Uno degli argomenti più importanti dell'anno...»

Sarà a Istanbul?

«Vado con mio figlio che ha 17 anni. È nato il 16 maggio, giorno in cui abbiamo sventrato il Milan. Alle 5 (oggi ndr) siamo a Malpensa, arriviamo alle 11.30, un po' in giro, poi stadio, partita. Alle 4.30 abbiamo il volo di ritorno».

Un tour del force.

«Avevo pensato di sfruttare l'occasione per un long week end e far vedere Istanbul a mio figlio. Ma diciamo che l'aspetto culturale è rimandato. Facciamo i tifosi».

Suo figlio è cresciuto a pane e Inter?

«Va in curva. Sono molto orgoglioso... perché a suo tempo gli dissi puoi anche non occuparti di calcio ma non devi avere tre difetti».

Quali?

«Il primo essere della Juve. Il secondo tifare per il Milan. Il terzo diventare uno di quelli che non amano il calcio e pensano che quelli che lo amano siano degli imbecilli, quelle ubbìe di certa sinistra, del cosiddetto ceto medio riflessivo che passa la vita col ditino puntato».

E se lo dice lei... alla fine suo figlio ha scelto l'Inter.

«Persino in anni brutti, in cui vinceva sempre la Juve e l'Inter languiva a metà classifica».

Dove nasce la sua passione interista?

«Dalla prima volta che ho messo piede allo stadio. Era credo l'autunno del '67. Un mio vicino di casa mi portò a vedere il derby. Finì 1-1 per un gol del Milan che non c'era. Lì decisi che sarei stato interista».

Che tifoso è?

«Sfrenato. Le racconto due fatti. Ero assessore allo Sport nella giunta Albertini e avevo un rapporto molto buono sia con l'Inter di Moratti che con il Milan di Galliani. In uno dei suoi primi derby, Ronaldo fece un gol scavalcando con un pallonetto il portiere. Dall'entusiasmo feci un tale salto in tribuna che fui rimproverato, per quello strano principio per cui l'assessore deve essere super partes. Poi all'inaugurazione della mostra per il centenario del Milan che aveva vinto lo scudetto nel 1999, feci il mio intervento istituzionale e chiusi dicendo beh mi pare assolutamente evidente che questo Milan si accinge a vincere ancora lo scudetto ma anche la Coppa Italia e la Champions. Vidi Berlusconi e Galliani in un gesto scaramantico...»

San Siro, che ne pensa?

«Spero che ognuna delle due squadre faccia il suo stadio. Ma anche che si debba salvare il Meazza indipendentemente dall'utilizzo che se ne fa.

Se il Milan dovesse andare a San Donato mi auguro che l'Inter abbia la forza di costruire il suo ma vicino al Meazza che però resti anche solo con 25 mila posti come la casa di molti sport dal football al calcio femminile. Ecco il mio sogno».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica