"La mamma della Orlandi ha diritto di piangere sulla tomba della figlia"

Gianluigi Nuzzi è uno dei giornalisti che ha indagato di più sul caso della Orlandi. Lo abbiamo intervistato per comprendere cosa sta succedendo attorno al ritrovamento di ossa all'interno di un palazzo di proprietà del Vaticano

"La mamma della Orlandi ha diritto di piangere sulla tomba della figlia"

Gianluigi Nuzzi ha trattato più volte del caso riguardante Emanuela Orlandi, tanto all'interno dei suo libri quanto in televisione. Il ritrovamento delle ossa all'interno di una depandance di un palazzo della Nunziatura Apostolica è stato in qualche modo collegato alla ragazza scomparsa nell'83. Lo abbiamo intervistato per comprendere a fondo cosa sta succedendo intorno a questo reperimento.

Ci sono reali possibilità che questo ritrovamento interessi il caso di Emanuela Orlandi? Per ora non ci sono molti elementi...

"Sicuramente è una vicenda particolare se non unica, nelle dinamiche di questo ritrovamento e nella sensibilità con la quale il Vaticano ha coinvolto la polizia di Stato e la Procura di Roma. Questo quindi fa dedurre, in linea ipotetica, che si tratti di una vicenda rilevante. Quella più rilevante e non ancora risolta è quella della povera Emanuela. Sono deduzioni. Bisogna però essere molto prudenti per non illudere la famiglia, soprattutto, e aspettare l'esito dell'estrazione del Dna e della comparazione con quello dei familiari di Emanuela".

Ma è normale ritrovare resti di questo tipo all'interno della pertinenza di un palazzo extraterritoriale? Non sembrerebbero esistere precedenti...

"Ci sono due aspetti: il primo è che molto facile trovare dei resti nel sottosuolo romano, poi c'è il solito sospetto legato al trovare delle ossa, a 40 cm di profondità, laddove erano intervenuti altri operai che nulla avevano rivenuto negli anni 80', quando aveva eseguito dei lavori di ristrutturazione. Questo ritrovamento ha un valore intrensicamente sorprendente, perché i precedenti operai non avevano trovato nulla. Questi resti, da quello che si dice, sono stati adagiati due negli ultimi 20-30 anni, ma bisognerà vedere se è vero".

Sembra quasi che l'opinione pubblica stia tifando affinché questo mistero venga definitivamente risolto. Questo e altri, come quello di Mirella Gregori. Cosa ne pensa?

"I tempi sono maturi perché mamma Maria, la madre di Emanuela, abbia il diritto di piangere su una tomba una figlia che abbia degna sepoltura. Il Vaticano è un mondo che sta cambiando: fino a pochi mesi fa, l'amministratore di quello stabile era l'Apsa e il capo di questo dicastero era il cardinal Domenico Calcagno, che veniva soprannominato "cardinal Rambo" perché aveva un'arsenale di armi da guerra in casa. Oggi, da pochissimi mesi, il numero uno dell'Apsa è monsignor Galantino, che fa parte di quei fedelissimi di Francesco tra gli italiani".

Papa Francesco e la segreteria di Stato che linea stanno tenendo sul caso Orlandi?

"La Segreteria di Stato si è espressa anche relativamente di recente sulla vicenda, dicendo di non aver a disposizione nessun dossier, nessun fascicolo. Questo è accaduto nell'ultimo anno, quando è intervenuto nel merito mons. Angelo Becciu, che ora è cardinale e che all'epoca era il sostituto presso la Segreteria di Stato. Lo stesso aveva dato una risposta minimalista ai familiari di Emanuela, mentre questi chiedevano collaborazione con la magistratura italiana. Anche Becciu però è andato via: è stato elevato cardinale e oggi si trova alla Congregazione per i Santi e i Beati. Ci sono uomini nuovi e situazioni nuove. É chiaro anche che la segreteria di Stato ha visto in Becciu, Balestrero e Bertone, le famose 'tre b', una situazione egemonica per molti decenni, che si è affacciata anche sul pontificato di Francesco. Balestrero venne mandato in Colombia da Benedetto XVI ed è di ieri la notizia di un'inchiesta per riciclaggio che lo lambisce. La situazione è abbastanza complicata. C'è una soddisfazione relativa al fatto che, mentre prima erano i miei libri a finire sotto processo, tanto che io sono stato processato e poi prosciolto in Vaticano, oggi osservo che sono le persone indicate nei miei libri come mercanti a finire oggetto di valutazione e approfondimento delle diverse Autorità dello stato città del Vaticano".

Lei ritiene che il Vaticano sia intenzionato ad arrivare a una svolta, prescindendo dalle ossa ritrovate, sul caso della Orlandi?

"Io so per certo che la famiglia Orlandi, negli ultimi mesi, ha bussato a moltissime porte e ha aperto dei dialoghi anche a livello apicale all'interno del Vaticano. Spero che questi dialoghi sortiscano degli effetti e smuovano certe cose. Questo al di là dell'aspetto penale, che ormai è stato archiviato da diversi anni ormai. Da qui ad avere una certezza, ben mi guardo dallo sbandierare un ottimismo che poi rischia di finire impallinato, com'è successo negli ultimi trentacinque anni".

Tra le tante piste giornalistiche e giudiziare che sono state seguite sul caso della Orlandi, ce n'è una che la convince di più?

"Io posso dirle cosa mi appare assolutamente destituito di fondamento: la pista

dei 'lupi grigi', la pista del Kgb, qualsiasi tipo di pista internazionale fuori dal confine geografico del nostro Paese. Quello che invece ritengo è che questa ragazza sia stata oggetto di attenzioni sessuali finite male".

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