Verifica e riforma fiscale, Silvio prepara la rivincita

RomaCerto, la settimana che si chiude oggi è stata difficile per Silvio Berlusconi: lo schiaffo elettorale, il funerale mediatico al quale il Cav ha risposto firmandosi il certificato di esistenza in vita e la scossa di assestamento all’interno del Pdl, con la nomina di Angelino Alfano a segretario plenipotenziario del partito, infine il colloquio con il presidente della Repubblica, che ha chiesto rassicurazioni sulla tenuta della maggioranza. Ma quella che si apre domani rischia di essere ancora più importante per il futuro del premier e della sua maggioranza. Ieri Berlusconi si è chiuso a Palazzo Grazioli per fare ordine su quanto è successo e preparare le tre partite principali nelle quali sarà impegnato da domani. Tre partite per iniziare la rimonta nei consensi.
La prima sfida è quella dei referendum che si svolgeranno domenica 12 e lunedì 13: due quesiti sull’acqua, uno sul nucleare e uno sul legittimo impedimento dei quali solo l’ultimo ha chiaro valore politico. Eppure la sinistra, miracolata dalle amministrative, si sforza di trasformare in blocco il pacchetto dei quesiti in una consultazione pro o contro il Cav. E siccome è piuttosto probabile il prevalere dei «sì», ecco che la vera asticella è quella del quorum, fissato a quota 25 milioni di voti e spiccioli. Così la strategia del Cav nei prossimi giorni sarà duplice: da un lato sgonfiare la partecipazione alla consultazione, sottolineando l’inutilità dei quesiti e badando bene a non dare indicazioni di voto; dall’altro depoliticizzare al massimo l’appuntamento referendario, in modo da non accollarsi la responsabilità di un’eventuale (e possibile) sconfitta. È pensabile dunque che il Cav stavolta ci vada quanto mai prudente, tenendo a freno il suo animus pugnandi: meglio saltare un giro e dedicarsi alla seconda sfida.
Seconda sfida che è leggermente più lontana, ma per la quale è fondamentale giocare d’anticipo: trattasi della verifica di governo prevista dopo il 20 giugno e voluta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I numeri sulla carta ci sono, ma non è il caso di scherzare: serve blindare la fedeltà dei Responsabili, accontentandone qualche desiderio; serve soprattutto rassicurare l’inquieta Lega, magari con un vicepremierato o meglio con il ruolo di Guardasigilli del dopo-Alfano. Napolitano per via Arenula pretende un nome forte, di «alto profilo». Un identikit che probabilmente, nelle idee del Capo dello Stato, non corrisponde a un uomo del Carroccio.
Terza partita, quella della riforma fiscale a cui sta lavorando alacremente un tavolo di tecnici del ministero dell’Economia. Un match ritenuto fondamentale da Berlusconi, che vorrebbe farne un messaggio forte e chiaro agli italiani: ci sono ed ecco i risultati utili per le tasche di tutti.

Ma tanti sono i nodi da sciogliere: affanni procedurali, incertezze su dove prendere le risorse, e soprattutto i dubbi del ministro Giulio Tremonti, arroccatosi in una sorta di Aventino da cui tanti nel Pdl vorrebbero vederlo scendere.

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