Versace dice addio al Giappone

Stretti dalla crisi, i figli del Sol Levante si vedono costretti a rinunciare, progressivamente, al lusso, e a uno degli status symbol che per oltre vent’anni ha connotato le classi sociali economicamente più abbienti: il glamour, gli abiti firmati, il made in Italy. La prima maison a chiudere i battenti è la Gianni Versace. Dopo 28 anni di trionfante presenza, Versace si avvia a liquidare entro fine mese la seconda e ultima unità operativa della Gianni Versace Japan, l'ufficio delle pubbliche relazioni che include anche quanto resta delle divisioni della sede centrale, chiusa a maggio. A causa del crollo dei consumi nel Sol Levante e del piano di ristrutturazione della holding, che ha un nuovo management al comando dall'estate, la società italiana lascerà il Sol Levante avendo già chiuso soltanto a luglio 3 delle sue quattro boutique. "Stiamo risolvendo le ultime pendenze - ha spiegato all'Ansa il portavoce della società, Atsushi Oue, che dal prossimo mese sarà un consulente della Versace - e c'é il proposito di aprire nuovi negozi nel 2010. Ma il come e il quando è ancora da stabilire".

In altri termini, ha aggiunto Oue, il Giappone è un mercato importante e quindi la speranza è di "tornare di nuovo aprendo negozi o attraverso i grossisti", settore che è stato abbandonato alcuni anni fa. Gianni Versace ha avuto un vero boom durante lla 'buble economy' negli anni Ottanta, prima di perdere - secondo stime di settore - progressivamente terreno fino alla chiusura delle attività.

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