I 5 borghi più belli della Puglia

Sono 14 i borghi di Puglia riuniti nel circolo che attesta quali siano i più belli d'Italia: tra questi Alberobello, Cisternino, Locorotondo, Otranto e Monte Sant'Angelo

I 5 borghi più belli della Puglia
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La Puglia, o meglio le Puglie secondo l'accezione per cui quest'area sarebbe un coacervo di culture e “incontri” differenti, è una delle regioni più turistiche d’Italia. Ha una tradizione enogastronomica piena di gusto che spazia dalle orecchiette alle cime di rapa ai fornelli della Valle d’Itria, fino a zuppe e puree di legumi accostate a fritture e stufati di verdure e ortaggi. È caratterizzata inoltre da una lunga costa che è un grande mosaico di spiagge sabbiose e rocciose e ricca di tanti beni culturali, dalle chiese ai musei fino agli anfiteatri.

In Puglia ci sono 14 comuni che sono stati inseriti tra i borghi più belli d'Italia: si tratta di Alberobello, Alberona, Bovino, Cisternino, Locorotondo, Maruggio, Monte Sant'Angelo, Otranto, Pietramontecorvino, Presicce, Roseto Valfortore, San Michele di Bari, Specchia e Vico del Gargano. Ognuno di questi comuni ha una sua peculiarità qui di seguito alcuni tra i più celebri.

Alberobello

Alberobello

Alberobello si trova in provincia di Bari ed è famoso soprattutto per i suoi trulli, gli edifici caratteristici per via dei colori, dei materiali usati per la costruzione, e naturalmente per la loro forma a punta. Alberobello è un luogo suggestivo la cui storia comincia nel XVI secolo: per questa ragione ad Alberobello c'è molto da vedere, dai paesaggi che alternano i colori delle campagne, agli edifici più antichi, come il santuario e neoclassico dedicato ai Santi Medici ovvero san Cosma e san Damiano.

Cisternino

Cisternino

In provincia di Brindisi ma proteso verso quella di Bari, c’è il centro di Cisternino. Qui oltre alle bellezze locali in termini naturali o architettonici, esistono delle tradizioni interessanti a partire dalla realizzazione dei merletti: a Cisternino la realizzazione dei centrini in pizzo è una delle arti più praticate da sempre e negli ultimi decenni è diventata anche un'attrazione turistica, dato che i merletti hanno anche “invaso” le strade del borgo. Un'altra caratteristica che fa parte della tradizione di Cisternino è quella del “fornello pronto”: ci sono vari locali in cui scegliere la carne cruda che si preferisce per farsela cucinare e poterla consumare in loco.

Locorotondo

Locorotondo

Prende il nome dalla propria forma molto particolare, dà il nome a un buon vino che si produce sul territorio. È Locorotondo, una delle città bianche più famose di Puglia, che si trova in provincia di Bari e ospita, come la vicino Alberobello, anche alcuni trulli (ma naturalmente ad Alberobello ce ne sono molti di più). Molto speciali sono a Locorotondo le architetture religiose, che presentano stili diversi spaziando dall'arte filo bizantina al neoclassicismo.

Otranto

Otranto

Rappresenta il punto più a Est d'Italia, non a caso qui ogni primo dell'anno viene festeggiata la prima alba del Belpaese. Otranto, in provincia di Lecce, è una città antica, in cui diversi popoli si sono incontrati, ma soprattutto è conosciuta per essere la città degli 800 Martiri, le cui reliquie sono ospitate tra storia e leggenda in una suggestiva cattedrale con un mosaico che ritrae il cosiddetto “Albero della vita”, tra scene bibliche, bestiari e spiritualità. Un mare da favola, un paesaggio quasi “marziano” (ovvero il laghetto nella cava di bauxite in località Orte), un faro bianco che si staglia sull'orizzonte ossia il faro della Palascia. Come il mosaico della cattedrale, Otranto è fatta di tasselli, di una grande storia, e di una grande bellezza.

Monte Sant’Angelo

Monte Sant'Angelo

La storia di Monte Sant'Angelo, in provincia di Foggia, pare sia iniziata letteralmente all'inizio del Medioevo, ovvero alla fine del V secolo. Secondo la leggenda, un uomo molto ricco aveva perso il suo toro: lo ritrovò in una grotta ma non riuscì a recuperarlo, diventando anzi protagonista di un fenomeno fisico inspiegabile. Quando l'uomo raccontò tutto al vescovo, questi chiese alla comunità tre giorni di penitenza: alla fine l'arcangelo Michele apparve al presule, chiedendo di dedicare al suo gruppo culto la grotta.

Così accadde, e in seguito durante il dominio longobardo la grotta divenne appunto un santuario, che visse differenti vicissitudini, dai sacchi dei saraceni all'epidemia di peste del Seicento, fino alla crescita della città. Il santuario di San Michele Arcangelo è patrimonio mondiale dell'umanità Unesco.

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