Locorotondo, il borgo pugliese dalle case bianche

Locorotondo è una delle città bianche di Puglia: qui le case sono esternamente coperte di calce, come vuole un'antichissima tradizione

Locorotondo, il borgo pugliese dalle case bianche

Locorotondo è una città nota su tutto lo Stivale per via di un vino Doc, prodotto nel cuore della Valle d’Itria. Per molti altri è però un centro suggestivo per via della sua storia, della sua architettura, oltre che per le bontà enogastronomiche.

Il nome di Locorotondo

Il nome della città dice già qualcosa di fondamentale in merito al suo centro storico. L’etimologia trova la sua base in “locum rotundum”, che fa riferimento a propria volta alla forma tonda del centro storico a pianta greca. Le prime testimonianze di una civiltà che si stabilì qui si devono infatti ai greci, in un’epoca che si colloca presumibilmente tra il IC e il VII secolo a.C.

Le case bianche

Locorotondo


Tu non conosci il Sud, le case di calce da cui uscivamo al sole come numeri dalla faccia d'un dado”. È un verso celeberrimo di una poesia di Vittorio Bodini che racconta con un’immagine immediata le case bianche delle città pugliesi. Come Ostuni, Cisternino, Alberobello e naturalmente Locorotondo.

Quella delle case bianche in Puglia non è una semplice suggestione, ma risponde a diverse caratteristiche che hanno a che fare con la storia e con il territorio. La calce a Locorotondo viene usata non solo per le pareti delle case del centro, ma anche per il lastricato solare di queste abitazioni, chiamate in dialetto locale “cummerse”.

Ma perché, anticamente, queste case furono realizzate in questo modo? C’è una ragione storica, una ragione igienica e una ragione climatica. La ragione storica consiste nel fatto che le coste della Puglia - Locorotondo dista dal mare meno di 20 chilometri in linea d’aria - erano spesso meta delle incursioni saracene, a cavallo tra il Medioevo e l’Età Moderna. Le case bianche, riflettendo la luce del sole, potevano accecare gli invasori provenienti dal mare. La ragione igienica ha a che fare con il fatto che le facciate di calce possono essere ripristinate facilmente, perché la calce è di facile reperibilità: nel Medioevo si riteneva infatti che questo materiale tanto rinnovabile sulle case potesse tenere lontana la peste. Infine la ragione climatica risiede nel fatto che queste case sono realizzate in materiali che consentano l’isolamento termico, e la calce bianca, come detto, respinge appunto i raggi solari. Il risultato: abitazioni fresche d’estate e calde in inverno.

Le leggende di Locorotondo

Locorotondo

Un fatto è che Locorotondo possieda diversi beni culturali di pregio, come chiese in diversi stili, dal barocco al basiliano, ex palazzi gentilizi suggestivi tra cui quello che ospita il municipio, e il Trullo Marziola, ritenuto il più antico di tutta la Valle d’Itria.

Ma accanto ai fatti, a ciò che è tangibile e che si può ammirare con gli occhi, ci sono anche fantasiose leggende. Una di queste riguarda il “Monacidd”, ossia il Monachello, uno spirito benevolo e al tempo stesso dispettoso, abbigliato con un saio rosso e tanti campanelli, le cui abitudini sono ricalcate su mitologie simili e comuni in tutto il Mezzogiorno.

Ce n’è anche una versione femminile, le “Jurie”, che sono invece spiriti malvagi che tolgono il fiato nel sonno, mordono o pizzicano, e intrecciano indissolubilmente i capelli degli esseri umani.

La foto in evidenza di Locorotondo è di Livioandronico2013 via Wikipedia

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