Il viaggio surreale nella memoria di uno chansonnier

Avventura onirica o concreta realtà? Nanni Svampa ed Elio, leader e voce delle Storie Tese, in una improvvisata jam session in dialetto milanese. Si conclude a sorpresa, nel segno del poetico e surreale, il videoritratto dedicato a Nanni Svampa, il grande chansonnier milanese (classe 1938, debuttò molto giovane al Piccolo Teatro di Milano in una serata satirico-musicale, allestita con gli studenti della Bocconi), firmato dal regista Simone Del Vecchio e prodotto, con il patrocinio della Regione Lombardia, dall'etichetta milanese LaBiografika di Michele Sancisi, per la Recording Arts di Roy Tarrant. I barboni, il dialetto, i navigli, i «trani», la periferia della grande città, la nebbia. In edicola in questi giorni Nanni 70, un video-itinerario nella biografia dell'artista lombardo che recentemente ha festeggiato 70 anni (50 dei quali vissuti sul palco), sospeso tra la tradizione dialettale milanese e il mondo poetico del cantautore francese George Brassens. «Nanni Svampa - spiega Simone Del Vecchio - rappresenta una figura mitologica della nostra città. Mi ricordo quando, ancora molto giovane, negli anni '70, comparve a casa un’antologia della canzone lombarda. Fui subito affascinato. Per me altro non era che la colonna sonora dei racconti dei miei genitori: una città avvolta nella nebbia, le case di ringhiera, i prati e la periferia appena fuori dall'abitato. Nanni 70 rappresenta una sorta di operazione di recupero del patrimonio musicale che Svampa ha riadattato in milanese, “traducendo“ alcuni dei personaggi del repertorio di Brassens. E raccontando le loro storie con ironia, senza alcuna retorica, nè nostalgia, perchè la nostalgia - dice lui stesso - inquina la memoria» . Il documentario cinematografico ripercorre quindi le tappe della lunga carriera di Svampa, dalla stagione de «I Gufi» alla vasta produzione musicale successiva: di tradizione più prettamente lombarda, rievocate attraverso volti, testimonianze, immagini di archivio e spezzoni di tante apparizioni televisive. A cui si aggiungono le immagini dei suoi concerti più recenti, filmati per l'occasione, che arricchiscono il ritratto con la musica e l'assemblaggio creativo di repertori e situazioni diverse, tra cui la serata del 70° compleanno al Derby di Milano, le divertenti battute del cabaret-concerto; una tipica serata in osteria al Gatto Nero di Milano. Nanni Svampa si racconta alla telecamera in un divertente e surreale viaggio della memoria, tra Milano e le sponde del Lago Maggiore, luogo di origine della famiglia Svampa, alla ricerca di quel genius loci che per una strana teoria vuole gli abitanti della sponda «magra» del Verbano un po' tutti matti, ma al contempo molto creativi, di un umorismo surreale, obliquo (da qui provengono, tra altri, Renato Pozzetto, Enzo Iacchetti, Francesco Salvi). E qui, incontriamo Nanni che si sposta nei luoghi del suo immaginario, rievocando l'infanzia in campagna, dove era sfollato a nove anni, e la Milano del nascente cabaret; e incontra i compagni della sua avventura artistica, materializzati, come per incanto, al dispiegarsi del suo pensiero. Eccolo al Caffè Clerici di Luino con Enzo Iacchetti; sul piccolo palcoscenico con l'ex gufo e «canta-macabro» Roberto Brivio, sui tetti di Milano in compagnia di Lino Patruno, il grande jazzista, con cui ha condiviso serate indimenticabili.

Peregrinando, incontra anche Davide Van De Sfroos, stella del folk-rock lombardo e suo ideale erede sul terreno vernacolare. Un documentario «leggero», che restituisce la levità surreale dell'umorismo di un grande artista, custode della memoria di una Milano che non esiste più.

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