A seconda delle volte - e per carpire con maggiore facilità la fiducia delle sue giovanissime vittime - si presentava come «Mirko Agridi» oppure optava per «Rebecca Monti», ma si serviva anche di molti altri profili «fake». Presentandosi però rigorosamente sempre come «quattordicenne», quindi «coetaneo», ovvero «amico», «uno/a di cui ti puoi fidare», insomma. Sotto queste mentite spoglie adescava minorenni online e si faceva mandare da loro materiale pornografico, ovvero video con scene di autoerotismo. Naturalmente dopo averli sapientemente coinvolti e subito dopo minacciati che, se non avessero eseguito i suoi ordini, a pagarne le conseguenze sarebbero stati i loro genitori. Un pessimo e crudele «giochetto» che gli è costato caro. Il ragazzo di cui parliamo infatti ha appena 24 anni ed è già in carcere per essersi spinto decisamente troppo oltre navigando sul web, al punto che ancora non si sa con quante ragazzine e ragazzini sia riuscito veramente a mettersi in contatto da luglio, cioè da quando si ha traccia di questa sua attività illecita, durata fino a pochi giorni fa.
Il giovane milanese di cui parliamo è stato arrestato infatti in questi giorni dalla squadra investigativa del commissariato di «Rho Pero» che indagava su di lui da un po' e che l'altro ieri a casa sua ha eseguito un decreto di perquisizione locale e personale e di ispezione di materiale informatico. Per scoprire così che custodiva diversi telefoni cellulari e una mole a dir poco imbarazzante di materiale informatico di natura pedopornografica (poi messo a disposizione anche della polizia Scientifica) oltre a una ingente quantità di files audio, foto e video, alcuni dei quali sono stati realizzati utilizzando una particolare applicazione che è in grado di registrare lo schermo anche solo attraverso conversazioni chat, quindi senza che l'altro se ne accorga.
Per smascherare e focalizzare l'attenzione della polizia su di lui, però, sono state fondamentali le denunce dei genitori di due ragazze di 13 anni che, nel corso di alcune chat intrattenute su un social network, erano state costrette dal 24enne ad autoprodurre alcuni video mentre si masturbavano, quindi a mandarglieli. «Se non lo fai te ne pentirai amaramente, ti troverò e me la prenderò prima con te e poi con i tuoi famigliari» erano le minacce del 24enne. In seguito, poi, quando le ragazzine avevano tentato di sottrarsi a questo perverso ricatto, l'adescatore aveva cambiato tecnica, avvertendole che avrebbe spedito i video ai loro conoscenti, mettendo in atto una sorta di perfido «revenge porn».
Gli
investigatori vogliono vederci ancora più chiaro di così. E qualora altri ragazzi abbiano subito minacce analoghe da questi finti profili, li esorta a contattare il commissariato di Rho Pero al numero di telefono 02.9390551.
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