Vincolo della Regione blocca i parcheggi di via Fasce

Francesco Gambaro

Se la prima volta fu un fulmine a ciel sereno, la seconda non si può dire che li abbia colti impreparati. Cinque mesi dopo, gli abitanti di via Fasce sono di nuovo sulle barricate. A maggio, per caso, fecero la prima scoperta, leggendo un volantino pubblicitario nelle cassette della posta, che li informava della possibilità di acquistare un numero esiguo di box proprio di fronte a casa loro. L’inghippo era dietro l’angolo: oltre ai parcheggi (ma guarda un po’) sarebbe spuntato un edificio di nove piani, cinque dei quali adibiti a civile abitazione, laddove oggi esiste una bellissima collina di frassini e allori. Di qui la veemente protesta dei residenti, che nel frattempo si sono riuniti in comitato per contestare il progetto edilizio della ditta Ri.ri.fi. Spulciando le carte, che cosa hanno scoperto gli abitanti? Che la quasi totalità dell’area è vincolata a parco urbano dal Piano territoriale di coordinamento paesistico della Regione Liguria approvato nel 1990. Carta canta: «I parchi urbani – recita l’articolo 36 – sono assoggettati al regime normativo della conservazione, essendo complessi che hanno un elevato valore ambientale, tali da rendere prevalente l’esigenza di salvaguardarne la consistenza e la qualità, rispetto ad ogni altra considerazione». Ma c’è di più. «La realizzazione di parcheggi è consentita esclusivamente al servizio delle funzioni ivi insediate, senza alterare la qualità e la consistenza della vegetazione arborea». Quindi l’area verde di via Fasce non si tocca, o almeno non si dovrebbe.
E invece in Comune è in corso l’istruttoria per l’approvazione del progetto relativo alla costruzione di otto alloggi e 37 box nella parte alta della strada. «Il responsabile del settore urbanistico della Regione, Franco Lorenzani, ci ha garantito che comunicherà all’amministrazione comunale l’esistenza del vincolo paesistico, chiedendo inoltre chiarimenti sull’iter del progetto», confidano i residenti. Che nel frattempo hanno scritto a mezzo mondo: il 27 luglio al sindaco Pericu e al settore «edilizia privata» di Tursi, l’8 agosto agli uffici urbanistici della Regione, il 22 settembre alla Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici della Liguria, ricordando a quest’ultima che il lotto «risulta immediatamente sottostante e organicamente collegato all’edificio storico di Villa Paradisino», in Albaro.
Basterà? «Se ci fosse un Comune serio – attaccano i residenti a dir poco imbufaliti – questo progetto verrebbe rimandato indietro, dal momento che sono state violate precise norme amministrative. E invece siamo di fronte all’ennesimo caso di speculazione tra privati e pubblica amministrazione». Nel mirino finisce ancora una volta la norma del Puc (piano urbanistico comunale), che consente il trasferimento dei volumi da una parte all’altra della città. Per costruire in via Fasce, sono stati demoliti dei capannoni in Val Polcevera. Oltretutto non si coglie l’opportunità di tre piani di box in una strada e in un quartiere dove la zona a sosta limitata ha molto migliorato la situazione. «E presto qui arriverà anche l’area blu», ricorda la gente. Ce n’è abbastanza insomma perché il comitato chieda di sospendere l’iter del progetto, «contro la cui approvazione ci batteremo in tutte le sedi».

Per Gianni Bernabò Brea, consigliere comunale di Alleanza Nazionale, «chiunque si rende conto delle ripercussioni ambientali pazzesche provocate da un piano simile. Chiederò un sopralluogo in via Fasce per fermare questa follia».

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