Violata la casa degli orrori: macabri riti nella stanza di Mez Incursione notturna nella villetta del delitto della studentessa Trovati coltelli e candele, simboli di qualche gioco «nero»

PerugiaGiallo nel giallo. L’omicidio di Meredith Kercher si colora di elementi, se possibile, ancora più inquietanti. Mentre in Corte d’assise il processo ai presunti assassini della studentessa inglese (Amanda Knox e Raffaele Sollecito; il terzo coimputato, Rudy Guede è già stato condannato, con rito abbreviato, a 30 anni) è in corso ed è giunto alla quinta udienza, ignoti sono penetrati nel cascinale del delitto, ancora sotto sequestro giudiziario.
La clamorosa e inquietante irruzione è avvenuta, probabilmente, di notte. I “soliti ignoti” sono entrati da una finestra laterale, dopo aver scalato, con l’aiuto di una grata dell’appartamento del seminterrato, la parete del cascinale. Contro gli infissi e i vetri della finestra è stato lanciato un vaso di fiori. Una volta all'interno i malviventi si sono trovati nel soggiorno e hanno messo tutto a soqquadro. Addirittura dei quattro coltelli rinvenuti nell’appartamento, uno è stato appoggiato sul pavimento del tinello sopra una busta dove, probabilmente grazie a un fotomontaggio, figurava la scritta «Polizia». Un altro coltello era stato deposto su una poltrona dove si trovava una coperta appartenuta a Meredith. Un terzo coltello è stato piazzato su una mensolina dietro la porta d’ingresso e l’ultimo è stato rinvenuto sul pavimento davanti alla camera della vittima, quella in cui si è consumato l’atroce delitto (avvenuto per sgozzamento).
Il primo coltello proveniva probabilmente dal lavello della cucina dell’appartamento. Gli altri sarebbero stati prelevati da una valigia presente nell’abitazione, dove le coinquiline italiane avevano messo tutte le posate trovate in casa (e che non usavano mai), quando avevano preso in affitto l’ammobiliato.
Le candele sarebbero state già presenti in casa e sembra che appartenessero a una delle coinquiline italiane. C’è il sospetto che qualcuno abbia svolto qualche rito macabro di stampo satanico nella casa degli orrori. L’altra ipotesi invece è che le candele siano state utilizzate per fare luce in casa durante il raid, visto che l’energia elettrica non c’è. L’ipotesi, legata al fatto le prossime udienze (il 27 e 28 febbraio) saranno dedicate agli investigatori che hanno svolto le indagini, è che si tratti di una azione fatta come intimidazione o come sfregio alla polizia.
Non ci fosse stata la concomitanza della restituzione dei beni sotto sequestro di proprietà di due delle inquiline del cascinale del delitto, Filomena Romanelli e Laura Mezzetti, entrambe procuratrici legali, chissà quando sarebbe stata scoperta l'irruzione. La polizia, ieri mattina, aveva dato appuntamento, secondo quanto disposto la scorsa settimana dalla Corte d'assise (presidente Giancarlo Massei, a latere Beatrice Cristiani) alle due coinquiline della povera Meredith che avevano formalmente chiesto e ottenuto di poter riavere le loro cose, rimaste sequestrate, per motivi di giustizia, nella abitazione del delitto.
Quando la polizia (alla testa della squadra c'era il sostituto commissario Monica Napoleoni, che ha gestito le indagini sul delitto) ha tolto i sigilli dalla porta d'ingresso ed è entrata nell'appartamento, l'incredibile scoperta.

Ovviamente è stata fatta intervenire la polizia scientifica per i rilievi e per le altre attività di indagine. Il procuratore reggente Federico Centrone, che ha avuto un incontro con i due pm che seguono il processo, Giuliano Mignini e Manuela Comodi, ha annunciato l’apertura di un’inchiesta.

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