«Voglio rifare il sindaco a 87 anni»

È il candidato sindaco più anziano d’Italia. Si presenta a Bovisio Masciago per una lista civica di centrodestra. Gianfranco Ratti, 87 anni, conosciutissimo in città è pimpante. A dispetto dell’età. Già primo cittadino dal 1995 al 2004, due mandati, si rimette in gioco. «Ho fatto il consigliere comunale per ventisette anni. Esordio nel lontano 1967». Aveva 45 anni. «Sono stato componente di minoranza, meglio, ghettizzato, quando da queste parti, nell’assemblea della vecchia Azienda sanitaria locale comandavano i comunisti e il cosiddetto arco costituzionale. Ricordo tante agguerrite battaglie. Vi assicuro. Dalla mia parte, non era facile farsi ascoltare. Anzi, era difficile anche avere la possibilità d’esporre le proprie idee. Eri un fascista da eliminare. I tempi sono cambiati e mi sento pronto a dare ancora un contributo per il mio comune. Eccomi qui». Un passato da straconvinto missino, grande estimatore di Giorgio Almirante, l’unico che per rispetto dell’Istituzione ha sempre fatto i suoi interventi alzandosi in piedi, Ratti è davvero un personaggio. Questo primato non lo scalfisce. «Sono vecchio. Il più vecchio aspirante sindaco del Paese? Bene, vuol dire che mi è rimasta la voglia di fare e di pensare. Non è sempre detto che bisogna cercare ad ogni costo facce nuove per assumere incarichi amministrativi e politici. Certo i giovani ci vogliono, serve un cambio generazionale, ma non ritengo corretto mettere in soffitta come un mobile vecchio chi ha esperienza da vendere». Guai a contraddirlo. «Quando svolgevo le funzioni di sindaco mi portavo l’acqua da casa per non gravare sul bilancio del comune. Poi lo scriva, lo scriva, non ho mai preso una lira di stipendio, un gettone di presenza o come lo definiscono ora l’emolumento. I soldi dei contribuenti vanno gestiti con grande oculatezza. Adesso vedo troppi rampanti che approfittano del loro ruolo. Hanno messo in pratica un circuito perverso. Avere potere per fare affari e soldi. Poi esigono altro potere per guadagnare altri denari. Operando con questa logica i cittadini si allontanano dalla politica e non seguono le scelte amministrative. Disertano i consigli comunali. Bisogna cambiare rotta». Gianfranco Ratti, classe 1922, non arretra di un passo. Agente di commercio in pensione ci crede più che mai.

Punta seriamente a riconquistare la guida del palazzo? «Io ho sempre interpretato tutto seriamente – si schernisce -. Faccio la campagna elettorale con grande impegno. In ogni caso se non dovessi vincere mi siederò in consiglio comunale a difendere le mie idee».

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