Per la prima volta gli Archivi vaticani si mettono in mostra

Da febbraio a settembre nell'anno prossimo oltre cento documenti originali conservati dalla Santa Sede saranno esposti ai Musei capitolini. Ci saranno la confessione vergata da Galileo, gli atti della deposizione di Federico II e carte relative alla Seconda guerra mondiale

Dal fascicolo del processo a Galilei con le confessioni vergate dallo scienziato pisano agli autografi di Michelangelo; dagli atti della deposizione dell'Imperatore Federico II del 1245 a carte inedite relative alla Seconda guerra mondiale, tra cui la lettera di un parroco romano che riferiva alla Santa Sede dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Sono alcuni dei circa cento selezionati «tesori» dell'Archivio segreto vaticano che per la prima volta dopo 400 anni usciranno, in forma originale, dalle blindate stanze dei Sacri Palazzi per essere esposte al pubblico ai Musei Capitolini da febbraio a settembre dell'anno prossimo, nella mostra «Lux in arcana. L'archivio segreto vaticano si rivela».
Nata in collaborazione con il Comune di Roma, l'esposizione intende anche lanciare un segnale di trasparenza per sgombrare il campo dai miti e dalle leggende sorte attorno alla segretezza degli archivi, come ha sottolineato lo stesso segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone arrivato in sala stampa vaticana per benedire personalmente l'iniziativa, presentata assieme al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, al cardinale Raffaele Farina e al prefetto dell'Archivio Segreto, Sergio Pagano.
«Colgo l'occasione per lodare un progetto culturale di altissimo livello, che supera anche certi stereotipi delle due sponde del Tevere - ha affermato Bertone -. L'ambito culturale fa spesso giustizia dei luoghi comuni o delle polemiche; l'approfondimento della storia, fa più sensibili le persone nella ricerca anzitutto della verità e quindi del bene comune». «Che la luce quindi si diffonda nella mostra - ha aggiunto riprendendone il titolo - e il visitatore possa vedere i veri tesori dell'archivio che sono le carte, le pergamene, i codici, i manoscritti, gli atti e i documenti, posti dai Pontefici di Roma, ormai da quattro secoli, al servizio della cultura mondiale».
«Questa mostra», gli ha fatto eco monsignor Pagano che ha parlato di «romanzati ambientamenti pseudo-storici e pseudo-archivistici che abbiamo avuto anche in tempi recenti sull'archivio segreto», evocando forse la letteratura alla Dan Brown, «intende far luce sulla realtà della vetusta istituzione». anche grazie a uno «straordinario allestimento multimediale», ha aggiunto, «l'archivio del Papa si rivela per quello che è: il custode della memoria storica millenaria della chiesa, quando la chiesa era il mondo».
Tra i vari «pezzi» in esposizione - selezionati tra milioni di carte e che comprendono il Dictatus papae di Gregorio VII, la Lettera su seta di Elena di Cina a Innocenzo X, le confessioni vergate di proprio pugno «con mano tremante dopo estenuanti interrogatori» da Galileo Galilei e alcuni documenti di epoca risorgimentale «in onore all'anniversario dei 150 anni dell'Unità d' Italia» - spiccano alcuni documenti inediti relativi al periodo «chiuso», cioè non ancora accessibile, della Seconda Guerra mondiale e del pontificato di Pio XII. Non elementi relativi alla controversia circa il presunto silenzio sulla Shoah di Papa Pacelli, ha precisato Pagano, ma egualmente significativi, poichè oltre a fotografie shock degli eccidi e diari sui campi di concentramento ci sarà anche il resoconto di un parroco sulla strage delle Fosse Ardeatine. «La città di Roma, capitale di Italia e sede del papato - ha detto da parte sua Alemanno - è fiera di accogliere una mostra-evento, in occasione dell'anniversario dei 400 anni della Fondazione degli Archivi, che in un certo senso rinsalda il legame tra la città laica e quella religiosa.

Lux arcana è un'occasione per poter raccontare ai romani e ai pellegrini l'avventura straordinaria dell'uomo». Dal sindaco di Roma e dal cardinale Farina è infine partito immediato un invito a Papa Benedetto XVI a visitare egli stesso la mostra. «Speriamo che venga», ha auspicato Farina.

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