Weekend di grande musica aspettando il ritorno di Bolle

Domani, con lo spettacolo «Serata Forsythe», il Teatro alla Scala mette a segno due ritorni. Quello del coreografo William Forsythe, ultima volta a Milano 12 anni fa, e del ballerino Roberto Bolle, al Piermarini dopo dieci mesi d'assenza. E se Bolle ha deciso di estendere la partecipazione a tutte le dieci recite della produzione, quindi fino al 23, l'Etoile Svetlana Zakharova annuncia che per ragioni personali invece non sarà presente.
La serata mette in fila tre lavori del coreografo newyorkese William Forsythe (1949), l' erede di George Balanchine. Alla Scala approdano tre classici di Forsythe: Herman Schmerman e Artifact Suite, entrambi al loro debutto scaligero, mentre si riallestisce In The Middle, Somewhat Elevated.
Forsythe sta per virtuosismo, velocità, combinazioni fisiche portate all'estremo della sperimentazione, mettendo a nudo i limiti del balletto. Approccio condensato nel titolo stesso del balletto Artifact Suite, un seguito di pas des deux sulla Ciaccona di Johann Sebastian Bach. È invece la musica dell'olandese Thom Willems, eclettico esploratore del suono, ad accompagnare In the Middle e Herman Shmerman.
Si diceva del ritorno di Roberto Bolle, dopo l'infortunio del 2009 e la ripresa questa primavera però su altri palcoscenici. Anzitutto su quello del Teatro San Carlo, dove la manciata di minuti in cui Bolle ballò in tutta la sua nudità ha avuto un tale effetto mediatico da riportare immediatamente l'Etoile sotto i riflettori, non solo della danza. Del resto, Bolle è icona della danza italiana. Un artista ormai personaggio pubblico, per bellezza, fama e una vita privata tenuta sotto chiave ma che talvolta ha fornito qualche succosa notizia (il complicato e supposto outing del 2009, per esempio).
Oggi, invece, al Teatro degli Arcimboldi (alle 21) è atteso uno dei concerti di punta del festival MiTo con l'Orchestre de Paris. Che sfodera pagine nel proprio dna: rigorosamente francesi e rigorosamente capolavori. Le interpreta il direttore per eccellenza, cioè l’americano Lorin Maazel, mago della bacchetta, il più pagato e volubile (ma anche molto simpatico) dei direttori. A proposito di volubilità. Con un Mazeel in forma, è assicurato l'ascolto della più bella Valse di Ravel.

La fascinosa Valse, che scorre fra i colori sgargianti della Rhapsodie Espagnole di Ravel e le raffinatezze delle musiche di scena di Pelleas et Mélisande di Fauré. Musica d'acqua con La Mer di Ravel e musica d'azione dell'istrionico Apprendista stregone di Paul Dukas.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica